Tra i principali bestseller italiani e internazionali di questi anni, il romanzo vincitore del Premio Strega di Antonio Scurati (qui tutti i suoi libri) prende corpo grazie alla trasposizione prodotta da Sky Studios e da Lorenzo Mieli per The Apartment, società del gruppo Fremantle (in co-produzione con Pathé, in associazione con Small Forward Productions, in collaborazione con Fremantle e CINECITTÀ S.p.A.. Dal 10 gennaio su Sky e in streaming su NOW, la M – Il figlio del secolo di Joe Wright è un’esperienza imperdibile. Grazie anche alle grandi interpretazioni di Luca Marinelli, Francesco Russo e Barbara Chichiarelli, affiancati da un cast nel quale spiccano Benedetta Cimatti, Lorenzo Zurzolo, Maurizio Lombardi, Elena Lietti e Vincenzo Nemolato.
LEGGI ANCHE: M. Il figlio del secolo, Joe Wright presenta la sua serie su Mussolini
IL FATTO
La serie, ripercorrendo da vicino il romanzo da cui è tratta, racconta la storia di un uomo fuori dal comune per energia, visione, cinismo, determinazione e mancanza di scrupoli, capace di rinascere molte volte dalle sue sconfitte e di costringere un Paese alla dittatura. Ripercorre la nostra storia dalla fondazione dei Fasci Italiani di combattimento nel 1919 fino al terribile discorso che Mussolini tenne in Parlamento nel gennaio 1925, assumendosi la “responsabilità politica” dell’omicidio del deputato socialista Giacomo Matteotti. Offre anche uno spaccato del privato di Mussolini e delle sue relazioni personali, con la moglie Rachele, l’amante Margherita Sarfatti e altre figure chiave dell’epoca, compreso Re Vittorio Emanuele III.
L’OPINIONE
Destinato a riaccendere polemiche e contrapposizioni ideologiche, M – Il figlio del secolo, tratto dal primo dei volumi di Antonio Scurati dedicati alla storia di Benito Mussolini, sfiora il capolavoro nel raccontare in realtà, lontano da ogni ideologia, il percorso fuori dal comune che il giovane ex socialista figlio di un fabbro compie, con ogni mezzo, per giungere al potere nella convulsa realtà dell’Italia uscita stravolta dalla Grande guerra. È la storia di un Bel Amì romagnolo, dal temperamento eccezionale e privo di scrupoli, di un oratore travolgente, capace di “sentire” dove la politica aveva lasciato un vuoto (il rifiuto della guerra e il conseguente disagio di chi, dopo averla combattuta tra mille orrori, si sentiva emarginato), e di riempirlo a costo di tradire se stesso e il suo socialismo della giovinezza, tra strappi, violenze, giravolte, accordi con i grandi proprietari agrari e industriali terrorizzati dal possibile avvento del socialismo, manovre di palazzo contro vecchi alleati, spedizioni punitive. Creando “in corsa” una mistica e un’ideologia necessarie alla sua scalata, che avrebbero poi avvolto l’Italia per 20 anni, fino a imprigionarla e a distruggerla, travolgendo il suo ideatore. Una lezione per altro da non dimenticare, nell’epoca dei social e degli slogan facili facili. E che appare più nitida grazie alla grande interpretazione di Luca Marinelli e degli altri protagonisti, tra cui spiccano una grande Barbara Chichiarelli nel ruolo di Margherita Sarfatti, amante e consigliera del Duce, e una strepitosa Elena Lietti in quello della vedova di Matteotti.
LEGGI ANCHE: Luca Marinelli a Venezia 81, «Mussolini è il ruolo più doloroso della mia vita»
LO CONSIGLIAMO PERCHÈ…
In una edizione della Mostra di Venezia, quella dello scorso settembre, piena di grandi maestri internazionali del cinema, M – Il figlio del secolo, pur essendo una serie, è risultato uno dei lavori più sorprendenti e coinvolgenti. Davvero un esempio di grande cinema. Da gustare, comunque la si pensi.