Marilyn Manson risponde alle accuse di violenza sessuale avanzate dall’ex Evan Rachel Wood nell’imminente documentario Phoenix Rising facendole causa per diffamazione. Nella denuncia, presentata mercoledì 2 marzo alla Corte Superiore di Los Angeles e ottenuta da Variety, Brian Warner (vero nome di Manson) sostiene che la Wood e la sua amica Illma Gore lo hanno “scelto pubblicamente” come “stupratore e molestatore, asserendo “falsità malevole” che hanno fatto deragliare la sua carriera musicale, televisiva e cinematografica.
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Nel documento si sostiene anche che la Wood e Gore abbiano finto di essere un agente FBI “costruendo e divulgando una lettera fittizia dell’agente allo scopo di creare la falsa apparenza che le presunte vittime di Warner e le loro famiglie fossero in pericolo, e che ci fosse un’indagine in corso su Warner”. Secondo il musicista, Wood e Gore “hanno fornito liste e copioni” alle accusatrici e “hanno reso dichiarazioni notoriamente false”, inclusa quella secondo cui Manson avrebbe “filmato la violenza sessuale su una minorenne”.
Nella denuncia si dice anche che Gore sarebbe entrata illegalmente nel computer di Warner, nel suo telefono e nella sua email. La donna avrebbe creato un falso account per provare che Warner condividesse pornografia minorile con altre persone e, dopo le accuse di Wood, avrebbe anche convinto la polizia a entrare a casa sua con una scusa. Manson chiede un decreto ingiuntivo contro le due donne e il risarcimento dei danni per aver subito uno stress emotivo intenzionalmente inflitto, una violazione del Comprehensive Computer Data and Access Fraud Act.
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Il documentario Phoenix Rising
Wood e Gore sono tra le protagoniste di Phoenix Rising, il documentario HBO che debutterà il 15 marzo (dopo essere stato presentato in anteprima al Sundance Film Festival 2022) e che racconta la storia dell’attrice con Warner, dal loro primo incontro (quando Wood era ancora una teenager) fino alla decisione di denunciarlo pubblicamente, raccogliendo le testimonianze di numerose altre donne.
