Marilyn Monroe moriva 59 anni fa. Per diventare leggenda

Il 5 agosto del 1962 se ne andava l'attrice che più ha fatto sognare nella storia del cinema

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Marilyn Monroe

Non era ancora l’alba del 5 agosto 1962 quando il corpo senza vita di Marilyn Monroe venne ritrovato nella camera da letto della sua casa di Brentwood, Los Angeles. Aveva 36 anni e il decesso fu rubricato come suicidio, la causa della morte overdose di barbiturici.

Tutto quelle che venne dopo, complotti, ipotesi di omicidio, molti dicono per i suoi legami con John e Robert Kennedy, all’epoca presidente degli Stati Uniti e Ministro della Giustizia, fanno parte di una storia che non sapremo mai se vera, a meno di clamorosi ritrovamenti di prove inconfutabili.

Sono passati 59 anni

L’unica cosa che conta è la leggenda che rende ancora viva l’immagine di una donna, un’attrice, una diva, una stella che non smetterà mai di brillare.

Norma Jean Mortenson Baker è viva, lo è sempre stata, ed in compagnia illustre, quella di James Dean, Elvis Presley, Jeff Buckley e molti altri.

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Il 5 agosto 1962 è da ricordare come il giorno che ha segnato il passaggio nell’immortalità per Marilyn Monroe, diventando un’icona nel senso più mistico del termine.

Madonna della pop culture grazie ad Andy Wharol; simbolo di Playboy, rivista che ha sempre celebrato la donna come incontrastata fonte di bellezza, ma anche di forza ed empowerment. Soprattutto è stata un’artista, completa, attrice, cantante, ballerina, a dispetto dei molti detrattori che ha avuto, in vita e anche dopo.

Marilyn monroe wahrol

Basti pensare al 1953, l’anno in cui esplose, dirompente, prima crudele dark lady in Niagara di Henry Hathaway, poi straordinaria showgirl per Howard Hawks in Gli uomini preferiscono le bionde, in cui si prende la scena a scapito della prorompente Jane Russell.

Ha una naturale propensione alla commedia, tempi comici perfetti, subito confermati in Come sposare un milionario, dove impara dalle sue colleghe Betty Grable e Lauren Bacall a sentirsi a proprio agio in costume da bagno sulla carlinga dei bombardieri americani, e come fulminare o far innamorare un uomo con un impercettibile movimento del sopracciglio.

Difficile pensare a un’altra attrice con una densità tale di ruoli indimenticabili. Facile pensare alla jazzista tutta ukulele e fiaschetta Zucchero Kowalczyk di A qualcuno piace caldo.

Marilyn monroe

Billy Wilder disse dopo quel film:

“Il mio dottore, il mio analista e il mio commercialista mi hanno detto che sono troppo vecchio e troppo ricco per passare ancora una volta attraverso tutto questo”

Alludeva alle difficoltà che ebbe sul set con lei, sempre in ritardo e con grossi problemi a ricordare le battute. Ma anche quello che dopo la sua morte avrebbe detto che

“Hollywood ha cercato di creare molte Marilyn Monroe, ma è impossibile”.

Quando arrivò su quel set l’attrice veniva da una gravidanza andata male, un’overdose di pillole e un burrascoso matrimonio con il drammaturgo Arthur Miller.

Non è mai stata fortunata con gli uomini Marilyn Monroe. Joe Di Maggio, campione di baseball, si rivelò un uomo violento, geloso e gretto. E dei suoi rapporti con i fratelli più potenti d’America si è già detto.

Come scrisse Elton John molti anni dopo

“Your candle burned out long before. Your legend ever did”.

Ed è così. Perché è impossibile dimenticare The Girl, la protagonista di Quando la moglie è in vacanza, che dal balcone di sopra dice all’indifeso Richard Sherman che quando fa troppo caldo l’intimo lo tiene in frigorifero. E poco dopo una gonna bianca sventola agitata dal vento della metropolitana.

Marilyn Monroe

Oppure Chèrie, nel finale di Fermata d’autobus, o Amanda Dell che scende da un palo in Facciamo l’amore, soprattutto la distrutta e dolente Roslyn Taber ne Gli spostati di John Huston, un film straordinario in cui la Monroe dimostrò al mondo quale straordinaria attrice fosse.

Lo fece al momento giusto, il suo ultimo ballo prima di andare via.