Molto popolare negli ultimi tempi, la figura dell’Intimacy Coordinator si conferma non apprezzatissima da tutti, a prescindere. Al coro degli scettici, si unisce oggi anche la sceneggiatrice e regista francese Mia Hansen-Løve che, nel presentare il suo prossimo film in costume al The Guardian, ha parlato anche di quella che è arrivata a definire alla stregua di una “Polizia della virtù”.
Con le testimonianze della nostra Sabrina Impacciatore, alle prese con la sua prima scena di sesso, della Emily Carey di House of the Dragon, aiutata a superare l’ansia per certe riprese più intime, o della Amanda Seyfried, che avrebbe gradito poter contare su questi professionisti in certi momenti più delicati di inizio carriera, avevamo già registrato anche il parere contrario di Sean Bean, Toni Collette e Gaspar Noé. Ai quali si allinea anche la Hansen-Løve.
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“Finché non sarò costretta, non li userò – ha detto relativamente alla presenza degli Intimacy coordinator sui propri set. – Non credo di averne bisogno. Sono estremamente sensibile e faccio molta attenzione al rispetto che gli attori devono avere l’uno per l’altro. Non ho mai avuto nessun tipo di problema. Non ho mai costretto nessun attore a fare qualcosa. Tutto è discusso e avviene in modo molto fluido. Quindi per me non sono necessari. Se fossi costretta ad avere una sorta di polizia della virtù sul set, preferirei non filmare quelle scene. Capisco perché alcune persone possano sentirsi rassicurate, ma è molto lontano dall’esperienza dei miei set cinematografici”.
E ancora: “Ciò che è utile a una persona potrebbe non essere sempre utile a un’altra. Nell’era post-MeToo, il discorso pubblico sul consenso ha cambiato molti comportamenti sul set. Come ha affermato Eric Kohn un mese fa, ‘tutti sono così concentrati su ciò che possono o non possono chiedere di fare alle persone che smettono di chiedere loro di fare di più'”.
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Niente Intimacy coordinator dunque per le riprese del suo prossimo film, che al momento la regista sta scrivendo e sul quale non si mostra molto loquace e piuttosto scaramantica. Dovrebbe essere – almeno nelle speranze della diretta interessata – un film d’epoca, in costume, ambientato in Inghilterra. E chissà che non possa essere l’occasione per lei di lavorare con il tanto apprezzato Robert Pattinson, che descrive come “un grande attore”.
Qui l’intervista completa del Guardian a Mia Hansen-Løve