Continua quello che sembra ormai una sorta di tour celebrativo (e di commiato) da parte di Michael Douglas che, dopo la Palma d’oro alla Carriera e aver aperto l’ultimo Festival di Taormina, dal Karlovy Vary International Film Festival ha ufficializzato il proprio ritiro – di fatto – dalla recitazione, dopo 60 anni e a 80 anni di età. Un abbandono delle scene, che non calca dal 2022, al quale potrebbe ripensare, ipoteticamente, per una sceneggiatura che definisce “eccezionale” e che al momento non sembra affacciarsi all’orizzonte.
LEGGI ANCHE: Cannes 2023, Michael Douglas dà una lezione al festival
Senza nulla togliere alla partecipazione (come doppiatore) a un paio di episodi della serie animata Marvel What If…? e alla sua apparizione come Henry “Hank” Pym in Ant-Man and the Wasp: Quantumania, la sua prova migliore più recente è stata sicuramente quella televisiva de Il metodo Kominsky, seguita dalla serie su Benjamin Franklin. Girata appunto nel 2022, quando l’attore avrebbe riflettuto su di sé e la sua carriera, come confidato:
“Di recente ho scoperto che non lavoro di proposito dal 2022 perché ho capito che dovevo smettere. Ho lavorato sodo per quasi 60 anni e non volevo essere una di quelle persone che muoiono sul set. Ci sono persone per le quali questo è tutto ciò che riescono a fare. Quindi sono molto contento di essermi preso del tempo libero. Non ho alcuna reale intenzione di tornare indietro”.
A questo punto della sua vita, Douglas afferma di essere contento di potersi concentrare sulla propria famiglia. “Nello spirito di mantenere un buon matrimonio, sono felice di interpretare la moglie“, ha scherzato riferendosi al suo lungo matrimonio con l’attrice Catherine Zeta-Jones, che ha citato anche quando ha detto “sono abbastanza contento, mi piace guardare mia moglie lavorare“.
LEGGI ANCHE: Michael Douglas a Taormina: «I miei film che amo e il titolo che mi ha cambiato la vita»
Al Karlovy Vary International Film Festival per presentare una versione appena restaurata di Qualcuno volò sul nido del cuculo, per il 50° anniversario del film da lui prodotto e vincitore di cinque Oscar, un giustamente orgoglioso Michael Douglas (“negli ultimi 20 anni, ci sono mai stati film di una qualità anche solo lontanamente simile?“) ha affrontato molti temi diversi.
Parlando anche di politica (“Negli Stati Uniti abbiamo mantenuto un ideale, un idealismo, che ora non esiste più… Io stesso sono preoccupato, sono nervoso e penso che sia responsabilità di tutti noi prenderci cura di noi stessi“) e lasciando una porta aperta alla speranza dei fan:
“Dico che non sono in pensione perché se succedesse qualcosa di speciale, tornerei”.
Qualcosa di diverso, evidentemente, dal “piccolo film indipendente” dal quale sta “cercando di ricavare una buona sceneggiatura”.