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Mike, Claudio Gioè e il Mike Bongiorno inedito: «un esempio di passione e dedizione»

Il nostro incontro con il cast di Mike, la miniserie in due puntate che andrà onda lunedì 21 e martedì 22 ottobre 2024

Un Mike Bongiorno «a cuore aperto» quello ritratto in Mike, miniserie in due puntate realizzata da Giuseppe Bonito per Rai Fiction e interpretata da Elia Nuzzolo e Claudio Gioé, rispettivamente nei panni del giovane e del maturo Mike. Strutturato in flashback che, a partire dal 1971 (l’anno dei Rischiatutto, l’apice del successo), ricostruiscono all’indietro la vita del presentatore, dall’infanzia newyorkese alla guerra vissuta in Italia ai successivi sviluppi della sua carriera, il racconto approfondisce anche gli aspetti meno noti del suo carattere e della sua vita privata.

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Un progetto che nasce «alcuni anni fa» ha spiegato Maria Pia Ammirati, direttrice di Rai Fiction, «con l’intento di raccontare il Mike meno conosciuto, un personaggio-uomo, essenzialmente una persona normale che diventa eccezionale». Nell’anno, tra l’altro di due anniversari importanti, quello dei 100 anni della radio e i 70 della televisione, due media che Bongiorno ha contribuito a trasformare. «È una storia apparentemente semplice, ma ricca di retroscena» continua Ammirati «con la scrittura di Salvatore De Mola e la regia di Giuseppe Bonito, che abbiamo fortemente voluto, abbiamo lavorato su come non essere mimetici in una maniera brutale, cercando di entrare nel corpo e nello spirito del personaggio». 

Il Mike che vediamo nella miniserie è un’anima divisa in due: due continenti, due lingue, due genitori separati. «C’è molto dualismo attorno a Mike, sia a livello geografico, scisso tra un continente e l’altro, sia di età» spiega il regista Giuseppe Bonito «e talvolta per lui questo dualismo è stato lacerante». Ma come raccontare un personaggio così conosciuto e familiare? «Ho dovuto resettare l’immagine che avevo di Mike e compiere un viaggio di conoscenza più profonda, che all’inizio non sapevo quanto poteva offrire, ma che poi si è rivelato l’opposto, con così tanti motivi di racconto che era difficile tenerli tutti insieme. È un personaggio ricchissimo». 

Nei panni del Mike adulto troviamo un bravissimo Claudio Gioè, qui alla sua «prova più difficile da anni» racconta. «È stato complesso indagare aspetti che il grande pubblico non conosceva, quelli meno noti, a telecamere spente. Abbiamo posto l’accento sulle sue ansie, i suoi fantasmi, le ossessioni e le mancanze. Tutto ciò dava una chiave di lettura interessante per un personaggio ingiustamente liquidato con troppa superficialità, spesso dietro un semplice slogan».

«Di Mike» continua Gioè «mi ha colpito la sua pervicacia, il suo stoicisimo nell’affrontare la vita. È un messaggio valido anche per le nuove generazioni, perché le cose non arrivano da sole e quando non arrivano non serve isolarsi, bisogna combattere, sapersi risollevare e credere nelle proprie passioni. Mike è stato bruciato dalla passione per questo lavoro, prima dalla carta stampata, poi dalla radio e infine dalla televisione. Ha attraversato tutte le declinazioni con passione e dedizione, è un grande esempio di vita». 

Per Gioè era fondamentale cercare «di non cadere nella mera imitazione» ma allo stesso tempo cercare di offrire al pubblico alcuni tratti distintivi di Mike. «Ci siamo concentrati su alcune ‘amorevoli citazioni’ di ciò che il pubblico ha maggiormente amato di lui e i tratti che più lo hanno caratterizzato». Fondamentale il lavoro svolto sulla voce: «ho cercato di dare più umanità possibile per indagare l’uomo più che il performer. Durante le scene del Rischiattutto era impossibile non citarlo, ma Giuseppe [Bonito] mi ha diretto in maniera straordinaria, cercando la giusta misura di rispetto». 

Elia Nuzzolo, visto di recente anche nei panni di Max Pezzali nella serie sugli 883, interpreta il Michael giovane, quello più sconosciuto. «Di quel Mike non si hanno testimonianze video ed è stato complicato avere un’idea di come potesse essere» dice.«Con Claudio [Gioè] ci siamo confrontati molto, lo osservavo nelle fasi iniziale di preparazione, alle prove costume. Lo vedevo elaborare Mike e ho cercato di sintonizzarmi a lui». Valentina Romani interpreta invece Daniela Zuccoli, la terza moglie di Mike «io e Daniela non ci siamo incontrate sul set, per preparare il personaggio ho cercato delle sue interviste» rivela l’attrice. «Sono stata profondamente colpita dal modo in cui ha sempre parlato di Mike, come se ci fosse un filo invisibile tra loro, un amore profondo, nato da una serie di coincidenze, come se fosse destinato ad esistere. Con l’aiuto dei costumi e del trucco mi sono tuffata indietro nel tempo, ma ho sentito la stessa responsabilità degli altri». Paolo Pierobon è invece l’unico personaggio inventato nella serie, un giornalista che scava nella vita di Mike. «Sono rimasto affascinato dalla storia del Mike giovane, di quand’era nella resistenza partigiana. È venuto fuori uno spessore umano molto forte. Il mio ricordo di Mike era quello dei quiz e delle pubblicità, aveva una grande audacia». 

Lato produttivo, la Viola Film di Alessandro Passadore ha ricreato diversi set, tra cui la New York anni ’30 e ’50: «È stato un lavoro complesso di scenografia e costumi. Abbiamo trovato in Bulgaria il set più giusto, uno scheletro che abbiamo dovuto attrezzare e ricambiare in una sola notte. C’è stato anche un grande lavoro di effetti speciali, ma il 70% è tutto reale. Ringraziamo anche la Rai per averci dato i loro studi a Torino»

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