Morricone e noi, l’Isola del Cinema in concerto

A precedere la replica di “Ennio” è stato un evento che ha saputo richiamare il pubblico lasciandolo senza fiato.

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Sala gremita. Quasi non c’era un posto libero, ieri, all’Arena Lexus, la sala dedicata alle proiezioni dei titoli di maggior risonanza all’Isola del cinema. A richiamare così tanto pubblico è stata la replica di Ennio di Giuseppe Tornatore, documentario sulla vita del più grande Maestro e compositore di colonne sonore che il nostro Paese abbia mai conosciuto.

A precedere la proiezione è stato un concerto titolato “Morricone e noi”: il Maestro Paolo Vivaldi al pianoforte e Stefania Cimino al violino hanno riproposto alcuni dei brani concepiti da Ennio durante la sua lunghissima carriera. Immancabili le iconiche armonie di Mission (Roland Joffé) e C’era una volta in America (Sergio Leone), che tuttavia hanno saputo cedere il passo, per una volta, a quelli che Morricone definiva come i suoi “figli sfortunati”.

“All’inizio non ho capito cosa intendesse” ha raccontato Paolo Vivaldi nell’introduzione alla serata “poi ho realizzato che si riferiva a quei temi che aveva ideato per film minori. Il Maestro ha composto cinquecento colonne sonore… cinquecento colonne sonore: una cosa umanamente impensabile! Era quindi dispiaciuto, in tarda età, del fatto che in concerto non gli venivano mai chiesti questi pezzi…”.

Obiettivo della serata, dunque, è stato quello di omaggiare, rendere onore e giustizia anche ai “figli minori” di Morricone, il quale pare abbia avuto parte attiva nella costruzione di quel che oggi è l’Isola del Cinema. “Spesso Ennio veniva qui con Gillo Pontecorvo e ci davano consigli preziosissimi” svela invece Giorgio Ginori, ideatore del festival sull’Isola Tiberina.

Ascoltare dal vivo le composizioni di Ennio ha saputo rendere più autentica e viva la visione del film di Tornatore, ché proprio grazie al concerto il pubblico ha saputo disporsi alla visione con un’emotività già carica, titillata. È stato un momento prezioso, che ha dimostrato quanto il cinema “evento” possa ben ibridarsi a forme d’arte più tradizionale – si tratti di letteratura, danza o musica in generale – richiamando a sé un groviglio di persone alla ricerca di emozioni quanto più possibile autentiche.