È MORTO MICHAEL CIMINO, IL RIBELLE DELLA NEW HOLLYWOOD

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Se c’era un outsider che non si è mai piegato alle regole di Hollywood, nemmeno dopo un flop gigantesco, continuando a difendere la sua idea di autore con i grandi produttori, quello era Michael Cimino. Il regista è morto a 77 anni, e a dare la notizia al mondo è stato il direttore del Festival di Cannes Thierry Frémaux con un semplice Tweet: “Michael Cimino è morto in pace, circondato dai suoi e da queste due donne che l’amavano. Anche noi l’amiamo”. Cimino ha diretto solo 8 film nella sua carriera (nella gallery in alto), l’ultimo vent’anni fa, nel 1996, Verso il sole con Woody Harrelson. Eppure è rimasto un’icona della New Hollywood e della carica autoriale degli anni Settanta, segnando il nostro immaginario fino ad oggi.

Lo ricorderemo soprattutto per il capolavoro Il cacciatore (1978) 5 Premi Oscar, la storia di un gruppo di amici che vede la propria vita sconvolta dopo l’arruolamento nella guerra del Vietnam. Cast indimenticabile dei migliori giovani talenti dell’epoca, in un ritratto generazionale sulle devastanti conseguenze della guerra: Robert De Niro, Christopher Walken, Meryl Streep, John Savage, John Cazale.

Il film incassa 50 milioni di dollari e lancia Cimino tra le star della New Hollywood. Tanto da spingere la United Artist a dargli carta bianca per il suo progetto successivo: I cancelli del cielo, un western epico ambientato nel Wyoming alla fine dell’Ottocento. Sul set ci sono Kris Kristofferson, Christopher Walken, John Hurt. Ma Cimino, perfezionista fino all’ossessione, intento a inseguire la sua idea di cinema, allungò così tanto la produzione che il budget arrivò a 44 milioni di dollari contro i 7 iniziali previsti e poi ne incassò solo 3: fine della United Artist, e fine anche della promettente ascesa del regista.

I cancelli del cielo resta comunque un film monumento, capito troppo tardi. Cimino ha ormai indisposto i produttori e torna a dirigere solo 5 anni dopo grazie a Dino De Laurentiis che ha l’intuizione di affidargli Mickey Rourke in L’anno del dragone: ne esce una spietata, notturna epopea metropolitana tra un poliziotto e la mafia cinese impegnata nel controllo della piazza della droga a New York. Dopo un’altra manciata di titoli, alla fine degli anni Novanta Cimino comincia a comportarsi in modo strano e si allontana dall’orizzonte del cinema.

Cominciano a circolare voci sul suo aspetto, su un cambio di sesso, su delle operazioni di chirurgia un po’ troppo invasive. Di certo c’è soltanto che, quando è ricomparso in pubblico nel 2015 per ricevere il Pardo d’Oro alla carriera al Festival di Locarno al quale è arrivato con la giovane moglie, Cimino non ha più lo stesso volto di un tempo. A rimanere uguale è invece è la sua carica ribelle nei confronti di un sistema cinema che vorrebbe appiattire le differenze in nome del profitto. Diceva che continuava ad accumulare idee, e chissà se avremmo visto ancora un suo film. Ci rimane l’immagine di un autore integrale, controverso, dagli esiti alterni, una delle anime più inquiete di Hollywood.

Sfogliate i film di Michael Cimino nella gallery in alto!