Nastri d’Argento Grandi Serie, i vincitori: trionfo per M – Il figlio del secolo e L’arte della gioia

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Per la quinta edizione dei «Nastri d’Argento – Grandi serie», al posto del consueto Teatro di Corte del palazzo Reale, impegnato nei festeggiamenti dei 2500 anni di Napoli, è stata Villa Pignatelli a tingersi di blu. A trionfare come serie dell’anno: «M – Il figlio del secolo» di Joe Wright con Luca Marinelli, a cui va il riconoscimento come icona di questa stagione seriale insieme ad Alba Rohrwacher per «L’amica geniale – Storia della bambina perduta» di Laura Bispuri, Kim Rossi Stuart per «Il Gattopardo» di  Tom Shankland con Laura Luchetti e Giuseppe Capotondi, Vittoria Schisano per «La vita che volevi» di Ivan Cotroneo e Monica Guerritore per «Inganno» di Pappi Corsicato, che riceve il premio speciale per la regia della serie diventata un successo internazionale insieme a Salvatore Esposito con «Piedone – Uno sbirro a Napoli», che invece, viene premiato per i 20 anni della Film Commission.

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Pluripremiata «L’arte della gioia» di Valeria Golino, che si aggiudica non soltanto il riconoscimento come miglior serie drama, ma anche i premi come miglior attrice protagonista all’appena ventunenne Tecla Insolia, non protagonisti a Valeria Bruni Tedeschi, Jasmine Trinca e Guido Caprino, ed anche il premio speciale Fondazione Nobis ad Alma Noce, mentre è Filippo Timi il miglior protagonista maschile per la magistrale interpretazione del tormentato poliziotto Enzo Vitiello in «Dostoevskij» dei fratelli D’Innocenzo, che ricevono una menzione speciale per l’autorialità cinematografica del thriller psicologico.

A trionfare come miglior film tv è, ancora una volta, la commedia eduardiana con «Questi fantasmi!» di Alessandro Gassman, con Anna Foglietta e Massimiliano Gallo, che si riconferma vincente nel ruolo di Eduardo De Filippo dopo le interpretazioni eduardiane in «Filumena Marturano» di Francesco Amato e «Napoli Milionaria!» di Luca Miniero, già vincitori delle scorse edizioni.

Ad «Avetrana – Qui non è Hollywood» di Pippo Mezzapesa va il premio per la sezione crime, mentre per la dramedy è «Tutto chiede salvezza» di Francesco Bruni a trionfare. Miglior commedia è «Hanno ucciso l’uomo ragno – La leggendaria storia degli 883» di Sydney Sibilia, che in conferenza ha sfoggiato un sorriso entusiasta ed emozionato, stringendosi ai due giovanissimi protagonisti della serie, Elia Nuzzolo e Matteo Oscar Giuggioli premiati come rivelazioni dell’anno. «Il merito va agli attori, se non avessi trovato i giusti interpreti tutto questo non sarebbe stato possibile», ha raccontato il regista sul palco. «Mentre giravamo la serie, avevamo capito che stavamo realizzando un prodotto decoroso, ma non ci aspettavamo l’impatto che avrebbe avuto sul pubblico. Questo riconoscimento è uno sprono a fare ancora meglio con la seconda stagione, che cominceremo a girare a breve».

Il Nastro d’Argento SIAE è di Alice Urciuolo, sceneggiatrice della prima stagione di «Skam Italia» e di «Prisma», ed il Nuovo Imaie è di Miriam Dalmazio e Marco Rossetti per «Costanza».