Natale in casa Cupiello, Sergio Castellitto: “Nessun confronto con Eduardo De Filippo, lui è inarrivabile”

Sergio Castellitto ed Edoardo De Angelis spiegano il loro rapporto con l'opera di Eduardo De Filippo

0
Set del film "Natale in casa Cupiello" di Edoardo de Angelis. Nella foto Sergio Castellitto. Foto di Gianni Fiorito Questa fotografia è solo per uso editoriale, il diritto d'autore è della società cinematografica e del fotografo assegnato dalla società di produzione del film e può essere riprodotto solo da pubblicazioni in concomitanza con la promozione del film. E’ obbligatoria la menzione dell’autore- fotografo: Gianni Fiorito.

Napoli, 1950. Il giorno di Natale è vicino e, come ogni anno, Luca Cupiello prepara il presepe; è il suo mondo perfetto, al riparo dalla realtà, dove ogni cosa trova la sua giusta collocazione. Ma a nessuno interessa. Non a suo figlio Tommasino, nonostante i tentativi di seduzione. Non a sua moglie Concetta, che ha ben altro a cui pensare: l’altra figlia, Ninuccia, infatti ha deciso di lasciare il ricco marito Nicolino per l’uomo che ha sempre amato, Vittorio, e gli ha scritto una lettera per comunicarglielo. Concetta riesce a evitare quella che per la famiglia sarebbe una sciagura, ma la missiva capita nelle mani di Luca che, ignaro di tutto, la consegna al genero. Nicolino scopre così il tradimento della moglie. Durante la vigilia di Natale, la sbadataggine di Luca mette di fronte i due rivali e la realtà irrompe prepotente nel clima presepiale di casa Cupiello. Tutto sembra perduto, ma in soccorso di Luca, morente, arriva ancora una volta il suo presepe.

Il Lucariello di Sergio Castellitto

Nei panni di Luca “Lucariello” Cupiello, ruolo ricoperto, in passato, dallo stesso Eduardo De Filippo, troviamo Sergio Castellitto, che ci regala un’interpretazione ammirevole e commovente. “Il mio primo approccio con Eduardo De Filippo? Lo vidi all’Eliseo da studente, era come vedere una rockstar. Un privilegio” – racconta Castellitto.
L’ossessione di Lucariello per il presepe è mal sopportata – e anche derisa – da tutti gli altri membri della famiglia, che sembrano essere presi da altre faccende più importanti. Ma il presepe custodisce un segreto che soltanto lui conosce. Sembra inconsapevole, Lucariello, di tutto ciò che gli accade intorno. Eppure, mentre gli altri restano disorientati, indecisi tra la libertà e il quieto vivere, proprio lui si rivela l’unico ad avere un disegno, puro e incontestabile come l’amore.

“Credo di essere abbastanza umile e intelligente da non lanciare sfide a nessuno. Non mi sono confrontato con Eduardo perché lui è inarrivabile – ha commentato Castellitto in conferenza stampa. “Ho fatto l’attore e recitato un personaggio cechoviano bellissimo, con un testo che è come una gioielleria di emozioni, pieno di conflitti, che mischia comicità e dramma. Non ho mai avuto paura di recitare Luca Cupiello.

Edoardo De Angelis è riuscito a creare un’opera straordinaria, è la prima volta che si fa un film di questo tipo. Preferisco chiamarlo “cinema per la televisione”.  Edoardo ha preso il testo di Eduardo, ne ha rispettato la narrazione e ci ha nascosto dentro l’introspezione, la psiche, personaggi nevrotici e aggressivi, anche di più dell’originale. In questo senso il cinema nascosto è esploso, era il linguaggio ideale per raccontare questa interiorità”.

Luca è il personaggio più vecchio di tutti, ma il più innocente. Cerca di ricomporre la nostalgia dell’amore attraverso il suo presepe. All’apparenza il suo è un gesto inutile, ma l’inutilità di questo gesto è la grandezza vera e propria. Dietro l’inutilità c’è qualcosa di straordinario. Alla fine compie il gesto più sacro.

Edoardo De Angelis e il rapporto con il maestro De Filippo

Alla regia della prima trasposizione filmica di un’opera di Eduardo De Filippo troviamo Edoardo De Angelis (Indivisibili, Il vizio della speranza), da sempre attaccato al linguaggio espresso dal Maestro partenopeo:

“EdUardo mi appartiene in una modalità viscerale, che si insinua sotto il ricordo. È un punto di riferimento teatrale e letterario, ha modificato il mio sguardo sul mondo, attraverso la lingua che ha reinventato e attraverso la ridefinizione dei rapporti sociali e familiari. Lavorando su questo testo bisognava fare tabula rasa di ciò che è stato Eduardo come attore, bisognava lavorare sulle sue parole, perché potessero vivere in corpi e voci nuove, in modo tale che possano vibrare con la stessa potenza negli uomini e donne di oggi. I testi di EdUardo sono un tesoro , Un patrimonio che si può spendere nel teatro della vita. 

La scelta di ambientare il film negli anni Cinquanta, nasce da un intento ben preciso, spiega De Angelis, rapportato all’attualità che stiamo vivendo nel 2020.

Cercavo come ambientazione storica un anno emblematico. Nel 1950 a Napoli c’erano ancora le ferite della guerra, che ho deciso anche di rappresentare graficamente nel film, e i primi barlumi della nascita del ceto medio. Cercavo dunque un anno a metà tra questi due sentimenti, che li potesse comprendere nel medesimo fotogramma. Un anno che assomiglia molto al 2020.