Intervista a Ti West, alla scoperta della Hollywood di MaXXXine (esclusiva)

Arriva in sala il film che chiude la trilogia

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Ti West set MaXXXine

Avevamo intervistato Ti West in occasione dell’uscita del sorprendente X – A Sexy Horror Story, nel 2022, non potevamo esimerci dal fare con lui il punto una volta conclusa la trilogia che, dopo il Pearl presentato a Venezia 79, termina con il tanto atteso MaXXXine, distribuito al cinema da Lucky Red a partire dal 28 agosto (qui la recensione) e anticipato da una serie di maratone organizzate dalle singole sale.

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Difficile concentrarsi solo sul nuovo film con Mia Goth (stavolta anche produttrice),  visti i progetti ai quali si sta già dedicando il regista – per Prime Video – di diversi episodi di Wayward Pines, Loop e Loro e probabilmente del prossimo adattamento della graphic novel Night Business con Zac Efron, che sembrerebbe smentire una volta per tutte la possibilità vagheggiata di ulteriori sviluppi del mondo che tante soddisfazioni gli ha dato, ma che forse è il caso di lasciarsi alle spalle, come anche lui ci dice.

Maxxxine

Dopo X – e Pearl – Maxine goes to Hollywood, finalmente! Era questa la conclusione immaginata o c’era un altro finale?

A un certo punto, mi era passato per la mente un finale più crudele, ma dopo i due film precedenti e con personaggi così accattivanti, Maxine in particolare, mi è sembrato di essere troppo nichilista e non volevo raccontare una storia su come le persone arrivano a Hollywood per essere masticate e poi sputate. Lo hanno fatto già diversi film e mi sembrava poco interessante.

Proprio Hollywood è un personaggio del film, come avete scelto i set?

A parte il backlot di Psycho, sono sicuro che nelle strade che abbiamo scelto siano stati girati tantissimi film, per non parlare di quelli girati nei dintorni o al Bonaventure Hotel di True Lies, nel centro di Los Angeles… Per me si trattava davvero di rappresentare Los Angeles come un personaggio del film e i suoi luoghi iconici in modo grandioso. Era fondamentale, per questo dovevamo andare a Hollywood, dovevamo abbracciarla e farle vivere un’esperienza adeguata. Dovevamo vederla in tutta la sua gloria, il suo lato buono e quello cattivo, perché è uno dei luoghi più affascinanti del mondo, ma è anche un luogo oscuro, squallido e sporco. Un contrasto che ho sempre trovato molto attraente.

Un contrasto che ancora la caratterizza?

Ora vivo lì, ma non ho vissuto sempre a Los Angeles, ed è cambiata parecchio. Ci sono molti più centri commerciali e condomini di un tempo, ma si avverte ancora la presenza della storia, della storia del cinema. Le cose più recenti non sono affascinanti come posti tipo il Chinese Theater, soprattutto se sei un appassionato di cinema e film, ma sono ancora molto attratto da tutto questo.

Come ha reagito alle voci su un quarto capitolo?

Tra una settimana, la mattina mi sveglierò e non ci avrò più nulla a che fare: non scriverò un nuovo film per l’universo “X”, non dovrò finire un nuovo film e non avrò nessuna responsabilità. Posso svegliarmi con una lavagna pulita e pensarci: voglio tornare in quel mondo e ampliarlo? O voglio lasciarmi quel mondo alle spalle per sempre, per un po’? Non ne sono sicuro. Ho lavorato sette giorni su sette, 12 ore al giorno per quasi cinque anni su questa trilogia, e ne sono molto orgoglioso, ma allo stesso tempo non so come sia la vita al di fuori di essa, quindi, prima di decidere quale sarà il prossimo film, vorrei avere un’idea di cosa significhi essermene liberato.

Senza entrare nel merito di Night Business, ha altre idee che le piacerebbe esplorare?

Ho un’idea per un film piuttosto contenuto, ma dopo i film e le serie tv fatte come regista, a questo punto deve essere davvero l’idea giusta perché lo faccia. Perché cerco sempre di crescere e di esplorare esteticamente cose diverse, cinematograficamente parlando. È un’idea contenuta, ma visivamente molto interessante. Forse sarà il prossimo, forse no, non lo so, ma mi piacerebbe continuare a sviluppare dimensioni e portata dei film, senza dover viaggiare in altri continenti o nello spazio. È bello non sentirsi costretti a scrivere per un budget ridotto, perché è il solo su cui posso contare, ma mi piacerebbe farmi guidare dall’aspetto creativo e poi vedere se si può realizzare. Ci proverò.

Ancora con Mia, che qui troviamo anche come produttrice?

Penso che Mia sia capace di tutto. Non è difficile immaginarla in un ruolo molto diverso e sarebbe divertente fare un altro film con lei, in un contesto completamente diverso, uno che nessuno si aspetterebbe, perché credo sarebbe  un bene per entrambi mettere Maxine e Pearl su uno scaffale e passare ad altro.

Un ruolo alla Sposa di Frankenstein?

Come l’ha sognata Del Toro! Lei può fare qualsiasi cosa, non vedo l’ora di vedere cosa farà in Frankenstein e ovviamente farà qualcosa di grandioso nel Blade con Mahershala Ali. So che sta facendo questi due film, e sono sicuro che ne ha in programma tanti altri di cui non so ancora nulla, ma pur avendo visto quasi tutto quello che ha fatto mi sorprende sempre.

In MaXXXine si dice “non raggiungerai il top con l’horror“, quale genere la attira ora?

Non lo so, non si può prevedere se i film piaceranno o meno alla gente, ma quello che posso fare io come regista e realizzare un’idea che mi entusiasmi, il giorno stesso in cui mi viene in mente e ancora almeno due anni dopo, perché quello è il tempo che ci vuole per farlo. Non tutte le idee sono così, ed sorprendente quando vedi un film avere un successo che nessuno si aspettava. Come anche vedere un film progettato per esserlo che poi non piace a nessuno. È come se, in qualche modo, l’universo prendesse il sopravvento, quindi cercherò di dedicarmi ai film che mi ispirano e se la gente li apprezzerà ne sarò felice.