John Wayne razzista. Si riapre la polemica

Rimosso il suo nome da un aeroporto e cancellata una mostra a lui dedicata. In sua difesa il figlio, Ethan Wayne.

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Sarà presto rimossa la mostra dedicata all’attore John Wayne alla USC School of Cinematic Arts, dopo mesi di insistenza da parte degli studenti che ne denunciavano il razzismo e la rappresentazione sbagliata degli indigeni americani in molti dei suoi film.

La mostra Wayne era stata installata nel 2012 quando, lo scorso ottobre, studenti ed ex studenti hanno iniziato a protestare contro la mostra: “Mantenendo viva l’eredità di Wayne, SCA sta sostenendo la supremazia bianca“, recitava uno striscione.

Complice anche un’intervista a John Wayne del 1971 pubblicata sulla rivista Playboy poi riapparsa su Internet: «Credo nella supremazia bianca fino a quando i neri non vengono educati da un punto delle responsabilità. Non credo nel dare autorità e posizioni di leadership e giudizio alle persone irresponsabili. Non mi sento in colpa per il fatto che cinque o dieci generazioni fa queste persone erano schiave».

Rispetto agli indigeni americani, Wayne dichiarava: «C’erano un gran numero di persone che avevano bisogno di nuova terra e gli indiani stavano cercando egoisticamente di tenerla per sé».

Gli atteggiamenti razzisti dell’attore sono stati citati il ​​mese scorso dal Partito Democratico di Orange County nella sua risoluzione per riportare il nome dell’aeroporto John Wayne al suo nome originale Aeroporto di Orange County. «Vorrei chiarire una cosa: John Wayne non era un razzista. So che quel termine viene usato a caso in questi giorni, ma io lo prendo molto sul serio. Capisco anche come siamo arrivati ​​a questo punto. Non c’è dubbio che le parole pronunciate da John Wayne in un’intervista di 50 anni fa abbiano causato dolore e rabbia. La verità è che, come abbiamo visto nei documenti dei suoi archivi, lui non ha sostenuto in alcun modo la “supremazia bianca», ha dichiarato Ethan Wayne, figlio dell’attore e presidente di John Wayne Enterprises, a Fox News.

La polemica continua.