Nostalgia, il nuovo film di Mario Martone nel ventre di Napoli

In concorso a Cannes, Nostalgia di Mario Martone porta sullo schermo il romanzo postumo di Ermanno Rea

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È la seconda volta, dopo L’amore molesto (1995), che Mario Martone rappresenta l’Italia in concorso al Festival di Cannes, ma è la quarta volta del regista napoletano sulla Croisette: nel 1998 era nella sezione Un Certain Regard con Teatro di guerra e nel 2004 alla Quinzaine des Réalisateurs con L’odore del sangue.

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Nostalgia, il suo nuovo film, che ha scritto con Ippolita Di Majo, è tratto dal romanzo postumo di Ermanno Rea. La storia è quella di Felice, che dopo quarant’anni di lontananza torna lì dov’è nato, nel rione Sanità, nel ventre di Napoli, riscoprendo i luoghi, i codici del quartiere e un passato che continua a divorarlo. Nei panni del protagonista c’è Pierfrancesco Favino, al suo fianco Francesco Di Leva, Tommaso Ragno, Aurora Quattrocchi, Sofia Essaidi, Nello Mascia, Emanuele Palumbo, Artem, Salvatore Striano e Virginia Apicella. Prodotto da Luciano Stella, Roberto Sessa, Maria Carolina Terzi, Carlo Stella per Pico Media e Mad Entertainment, il film verrà distribuito il 25 maggio nelle sale da Medusa.

In attesa di scoprire in che modo il regista ha riletto per il grande schermo il romanzo dello scrittore napoletano, vale la pena ricordare come la storia di Felice, così diverso da tutti gli altri personaggi di Rea, sia l’occasione per raccontare una Napoli crudele e ferina, quella di un quartiere stritolato tra criminalità e degrado, dove nacque Totò e dove Eduardo De Filippo ha ambientato Il sindaco del rione Sanità, che Martone ha portato al cinema nel 2019. Un furto finito male, un delitto inaspettato, e la vita di Felice non sarà mai più la stessa.

Il tormento, la depressione, le ferite che non si rimarginano e continuano a sanguinare. Il ritorno al rione coincide con la ricerca di un’adolescenza perduta e del suo amico di un tempo, Oreste, divenuto un boss della malavita. Un’altra tragedia è in agguato. Una Napoli nera, quella di Rea che però, tornato nella sua città prima di morire, raccontò anche la voglia di ricominciare, il bisogno di sperare nonostante le ferite, i dolori, le lacrime.