Nouvelle Vague sul Tevere: il cinema francese approda sull’Isola Tiberina

Il gemellaggio cinematografico tra Roma e Parigi parte con la proiezione di “Fino all’ultimo respiro” di Jean-Luc Godard e con una mostra dedicata al suo fotografo di scena, Raymond Cauchetier.

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Su Fino all’ultimo respiro (À bout de souffle) è stato scritto di tutto. Manifesto della Nouvelle Vague e primo lungometraggio di Jean-Luc Godard, esso ha ripensato, decostruito e riassemblato il cinema degli anni ‘60. Rimodellando un soggetto di Truffaut, Fino all’ultimo respiro è stato classificato come un vero e proprio atto di ribellione e rottura nei confronti di ogni precedente formalismo cinematografico. Il potere qui è nelle mani del linguaggio – tema carissimo al turbolento Godard, alla cui apoteosi arriva con Adieu au langage (2014) – e dell’irrilevante. Basti pensare alle scene di morte passate in sordina e ai sublimi venti minuti di chiacchiere filosofiche, superflue tra Michel (Jean-Paul Belmondo) e Patricia (Jean Seberg) – “Tra il dolore e il nulla, io scelgo il dolore… e tu cosa scegli?”

La frammentata linearità dell’immagine, che rompe definitivamente con gli stilemi e il découpage del cinema classico, ben si accorda a questo verbo che fluisce indomito tra abisso e superficie. Giorgio Ginori, direttore dell’Isola del Cinema di Roma, ha deciso di aprire la Nouvelle Vague sul Tevere proprio con la proiezione di questo capolavoro in versione restaurata.

Dal 9 al 13 luglio l’Isola Tiberina condividerà virtualmente il grande schermo con Parigi: la Nouvelle Vague sul Tevere è infatti gemellata con la prima edizione di Dolcevita-sur-Seine, festa romana di cinema, fotografia, teatro e musica sul lungosenna. A precedere la programmazione congiunta ci saranno incontri, collegamenti e dibattiti con attori e cineasti mentre – sempre dal 9 luglio e fino al 3 settembre – sarà possibile visitare la mostra su Raymond Cauchetier, fotografo di scena di Godard, Truffaut, Demy, Rozier e Chabrol.

Considerato oggi come IL fotografo della Nouvelle Vague” sostiene Thierry Valletoux, i cui testi accompagneranno la mostra, “Raymond Cauchetier è riuscito a trascendere numerose sequenze di film in mitiche epifanie visive che trasmettono l’atmosfera di ogni progetto e ribollono dell’energia dell’epoca”.

Emblematico, in tal senso, lo scatto a Jean-Paul Belmondo/Michel e Jean Seberg/Patricia lungo gli Champs-Elysées. Si tratta di una foto che non appare in alcun modo in Fino all’ultimo respiro, prodotta con discrezione dall’artista che si trovava dinanzi agli attori, più in là sul viale, mentre Godard li riprendeva alle spalle. “Vieni a Roma con me?” chiedeva Michel a Patricia. Ebbene: in qualche modo, adesso, la risposta è “”.