Oscar 2022, vincitori e vinti

Un primo bilancio dei veri vincitori e dei vinti al termine della cerimonia della 94° edizione degli Academy Awards.

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Oscar 2022, CODA - I segni del cuore

Nella loro 94° cerimonia, tornata in presenza con il consueto sfarzo, gli Academy Awards hanno premiato questa notte il meglio del cinema della passata stagione. In una serata che ha cercato di evitare polemiche, anche a costo di una certa piattezza, e a fronte di tante opere che escono a mani vuote, tra cui anche i titoli e i nomi rappresentanti dell’Italia a questi Oscar 2022,  si parlerà certamente a lungo dello schiaffo di Will Smith a Chris Rock, ma anche della grande ribalta presa con onore dalla comunità dei non udenti, grazie alla vittoria di CODA – I segni del cuore, e da quella LGBTQI, grazie ai premi delle due attrici Jessica Chastain e Ariana DeBose.

A guardare al numero di statuette, si potrebbe dire che il vero film vincitore sia Dune di Denis Villeneuve, che dal punto di vista tecnico è risultato indubbiamente il migliore. Su 10 candidature, la prima parte dell’adattamento cinematografico dell’omonimo romanzo sci-fi scritto da Frank Herbert si è aggiudicata ben 6 Oscar, tutti per lo più appartenenti al comparto tecnico: Migliore fotografia a Greig Fraser, Migliore colonna sonora ad Hans Zimmer, Miglior sonoro a Mac Ruth, Mark Mangini, Theo Green, Doug Hemphill e Ron Bartlett, Miglior montaggio a Joe Walker, Migliore scenografia a Patricia Vermette e Zsuzsanna Sinos e Migliori effetti speciali. Per Villeneuve e la Warner Bros. la strada verso la realizzazione di un secondo capitolo di Dune, le cui riprese sono prossime ad iniziare, è certamente spianata.

Vincitore assoluto con tre Oscar su tre candidature ricevute è CODA – I segni del cuore, premiato come Miglior Film, Miglior attore non protagonista a Troy Kotsur e Migliore sceneggiatura non originale alla regista e sceneggiatrice Sian Heder. Il film, remake del francese La famiglia Bélier (2014), si è avvalso di un cast composto in buona parte da attori sordi statunitensi, tra cui Kostur, che recitano nella lingua dei segni americana.

Tory Kostur è il secondo attore sordo a vincere un Oscar, dopo la collega Marlee Beth Matlin (Figli di un dio minore, 1987), che ha recitato al suo fianco proprio in CODA. Esprimendosi naturalmente nella LIS americana, Kostur ha deto: “È davvero fantastico che il nostro film abbia raggiunto tutto il mondo”. Ha ringraziato la regista Heder per essere stata un ponte tra il mondo degli udenti e dei non udenti e ha ricordato il padre, per lui il più grande comunicare nel linguaggio dei segni. “Questo è il nostro tempo!” ha esclamato Kostur.

Altra comunità grande protagonista della serata è stata quella LGBTQI rappresentata dalle due interpreti vincitrici dell’Oscar come Miglior attrice non protagonista e come Miglior attrice protagonista, rispettivamente Ariana DeBose e Jessica Chastaian.

DeBose, unica rappresentante vittoriosa per il remake di Steven Speilberg, West Side Story, si è presa la responsabilità di ricoprire il ruolo che nel musical originale del 1961 fu della EGOT Rita Moreno. “Anche in questo mondo folle si possono realizzare i sogni”, ha detto DeBose, ma soprattutto ha sottolineato il fatto che più le sta a cuore: la sua appartenenza alla comunità LGBTQI. “Immaginate questa ragazzina dietro ad un Ford Focus bianca, una ragazza gay di colore, che ha trovato il cuore e il coraggio di fare quello che voleva, di andare avanti e ora è qui che festeggia”, ha raccontato l’attrice sollevando il suo primo Oscar.

Chastain ha rincarato la dose. In quanto interprete di Tammy Faye, presentatrice televisiva evangelica che fu grande sostenitrice della comunità gay a suo tempo, l’attrice ha voluto dedicare il suo premio a tutti coloro che soffrono per la loro condizione di esclusione e marginalizzazione dalla società a causa della propria appartenenza alla comunità LGBT e si è espressa con fermezza contro il disegno di legge, chiamato “Don’t Say Gay” in via di approvazione in diversi Stati USA, che vieta la divulgazione di temi sul genere nelle scuole fino alla terza elementare. “È una legge ingiusta”: ha detto Chastain.

Al di là delle attese vittorie di Jane Campion, ora al suo secondo Oscar, come miglior regista per Il potere del cane, e di Drive My Car del giapponese Ryûsuke Hamaguchi come Miglior film internazionale, che ha sottratto la statuetta al nostro Paolo Sorrentino per È stata la mano di Dio, a riempire davvero la serata di emozioni è stato Will Smith. L’attore, dopo aver suonato quello che pareva un sincero schiaffo al comico Chris Rock, nel ricevere l’Oscar come miglior interprete protagonista per il suo ruolo in Una famiglia vincente – King Richard, ha fatto quello che forse resterà uno dei più toccanti e commossi discorsi di ringraziamento agli Academy.

Altro interessante primato personale lo segna Kenneth Branagh. L’attore, regista e sceneggiatore irlandese, alla sua ottava candidatura agli Oscar e dopo una lunga serie di film diretti su sceneggiature adattate, ha vinto la sua prima statuetta per Belfast come Miglior sceneggiatura originale di un film in gran parte autobiografico. Branagh ha dedicato il premio alla sua città, Belfast, e alla sua isola.

Pochi, pochissimi invece sono stati i riferimenti all’attuale, drammatica situazione internazionale che vede l’Ucraina devastata dall’attacco dell’esercito russo. Se ne è ricordato Francis Ford Coppola al termine dell’omaggio, realizzato dagli Academy per i 50 anni dall’uscita de Il Padrino, con un fugace “viva l’Ucraina!” prima di lasciare il palco. E, se avesse vinto, se ne sarebbe ricordato forse anche Benedict Cumberbatch, protagonista de Il potere del cane, candidato come miglior interprete, che per tutto il corso della cerimonia ha indossato una spilla con i colori della bandiera ucraina.

Per il resto in molti partecipanti alla cerimonia di questi Oscar 2022, tra cui Jamie Lee Curtis e Samuel L. Jackson, quest’anno premio Oscar alla carriera, hanno scelto di appuntare sui propri abiti un nastro blu con l’hashtag #withrefugees a sostegno dei rifugiati a causa della guerra in Ucraina.

Oltre Sorrentino, anche Adam Mckay con il suo Don’t Look Up, Guillermo Del Toro per La fiera delle illusioni – Nightmare Alley e Paul Thomas Anderson per Licorice Pizza sono tornati a casa senza nemmeno una statuetta.

Se da un lato la vittoria di Chastain era quasi annunciata e prevista, per quanto riguarda gli attori, restano sconfitti Javier Bardem, Denzel Washington, Benedict Cumberbatch e Andrew Garfield, e per questi ultimi tre in particolare il rammarico e lo scontento cominciano a farsi sentire da più parti.

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