The Room Next Door (La habitación de al lado) è l’atteso nuovo titolo del regista spagnolo Pedro Almodóvar, che dopo il cortometraggio The Human Voice (2020), torna a lavorare con Tilda Swinton per il suo primo lungometraggio in lingua inglese che sarà presentato in concorso alla 81ma Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia. Dopo la tappa veneziana, il 26 settembre sarà proprio l’attrice britannica a consegnare al regista il premio Donostia alla carriera assegnatogli dal Festival internazionale del cinema di San Sebastián.
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La consegna del riconoscimento, che celebra lo straordinario contributo artistico al mondo del cinema, avrà luogo all’Auditorium Kursaal prima della proiezione del suo nuovo film, The Room Next Door (La habitación de al lado), che vede protagonista insieme a Swinton anche Julianne Moore.
Pedro Almodóvar, la carriera
La carriera di Pedro Almodóvar è costellata di prestigiosi riconoscimenti: su circa trenta lungometraggi, vanta quasi 170 premi e più di 200 nomination. Tra i premi a lui conferiti ci sono due Academy Awards, due Golden Globes, sette European Film Academy Awards, cinque BAFTA, quattro César, cinque Goya e due David di Donatello. Ha raccolto grandi consensi nei più prestigiosi festival, da Cannes, Berlino, Venezia a San Sebastian ed è stato oggetto di un omaggio al MOMA.
“Oltre al suo talento artistico e al suo stile visivo immediatamente riconoscibile (la sua personalità traspare dalla direzione artistica alla colonna sonora), il cinema di Pedro Almodóvar è notevole per la scrittura dei suoi personaggi femminili, la direzione dei suoi attori, il suo coraggio nell’affrontare argomenti come l’universo LGBTIQ+, la religione, il sesso, la dipendenza e la memoria storica, e il suo impegno politico, che lo ha spinto a prendere posizione pubblicamente contro la guerra e il discorso di estrema destra”, scrive di lui il Festival di San Sebastian.
Almodóvar al Festival di San Sebastian
Pedro Almodóvar visitò per la prima volta il Festival di San Sebastian nel 1980 con il suo secondo lungometraggio, Pepi, Luci, Bom e le altre ragazze del mucchio, in competizione nella sezione dedicata ai registi esordienti. Nel 1995 Almodóvar tornò alla Selezione Ufficiale con Il fiore del mio segreto (La flor de mi secreto), proiettato fuori concorso. Da allora, molti dei suoi film sono stati inseriti nel programma del San Sebastian, dopo essere stati proiettati in festival come Cannes e Venezia: Carne trémula (1998); Tutto su mia madre (1999), vincitore del Gran Premio FIPRESCI a San Sebastian; Parla con lei (2002); La mala educación (2004), film di apertura a Cannes; Volver – Tornare (2006), che ha ricevuto anche il Gran Premio FIPRESCI al San Sebastian; Gli abbracci spezzati (2009), Gli amanti passeggeri (Los amantes pasajeros, 2013), Julieta (2016) e Dolor y Gloria (2019), solo per citare alcuni dei più significativi.
Oltre a portare film, Almodóvar ha sostenuto il Festival di San Sebastian con la sua presenza, partecipando al 50° anniversario dell’evento (2002) e consegnando il Premio Donostia ad Al Pacino (1996), Woody Allen (2004) e Antonio Banderas (2008).
“La mia carriera è iniziata a San Sebastian nel 1980 e da allora sono tornato spesso al festival, con o senza film. E mi sono sempre divertito immensamente. Ho dato il premio Donostia ad Al Pacino, Woody Allen e Antonio Banderas. Quest’anno lo danno a me e ne sono felice e grato. Dico sul serio, è un onore. San Sebastian è una delle città in cui il cinema viene celebrato con enorme entusiasmo. Più che mai, in questi momenti, abbiamo bisogno della complicità degli spettatori e della loro presenza nelle sale cinematografiche. È un sogno partecipare a un festival come questo, dove i cinema sono sempre pieni”, Pedro Almodóvar.
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