Per Lucio – Genio e poesia

A 50 anni dalla sua partecipazione a Sanremo con 4 marzo 1943, Lucio Dalla approda alla Berlinale grazie al film di Pietro Marcello, Per Lucio, inedito ritratto di un artista e dell’Italia restituita dalle sue canzoni.

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Se lo definissimo semplicemente un documentario, forse non gli renderemmo giustizia. Non riusciremmo a restituire tutta la complessità della sua raffinata costruzione. Per Lucio, diretto da Pietro Marcello, presentato ieri alla 71esima Berlinale, prodotto da Beppe Caschetto con Rai Cinema, in collaborazione con Avventurosa, e scritto dallo stesso regista con Marcello Anselmo, è un’affascinante sinfonia di immagini e suoni che ci offre non solo un appassionante ritratto di Lucio Dalla all’inizio della sua carriera, ma anche un suggestivo affresco dell’Italia negli ultimi settant’anni. Un’Italia che il cantautore bolognese raccontava nelle sue canzoni, con le sue piazze e i suoi bar frequentati dalle persone che più amava, gli invisibili, i diversi, gli emarginati.

Marcello scrive dunque una lettera piena d’amore per salutare la nascita di un poeta, i suoi primi passi compiuti con Roberto Roversi, «intellettuale rigoroso e originalissimo», come lo definisce lo stesso regista, «figura di riferimento imprescindibile nel panorama culturale italiano. L’incontro con Dalla gli offrì la possibilità di portare la propria poesia a un pubblico più ampio e popolare, smarcandosi dalle regole della grande industria culturale». Dalla avrebbe spento 78 candeline festeggiando anche i 50 anni della sua partecipazione al Festival di Sanremo con 4 marzo 1943 e avrebbe certamente amato questo bellissimo omaggio dedicato a lui così come aveva amato La bocca del lupo, un altro film di Marcello che aveva voluto presentare insieme al regista a Piazza Maggiore, a Bologna.

«Avevo lasciato i miei primi film sotto lo zerbino di Dalla, ma non avevo mai ricevuto una risposta. Poi, mentre giravo La bocca del lupo, l’ho incontrato grazie a Toni Servillo e Lucio è diventato un grande fan del film, tanto che lo abbiamo presentato insieme a Bologna. Tutti pensano che sia stato ispirato dalle canzoni di De Andrè perché è ambientato a Genova, ma deve molto ai testi di Dalla».

La passione per Lucio arriva da lontano: «Ero ancora un bambino quando ho cominciato ad ascoltare le sue canzoni – dice il regista – che ora conosco a memoria, e da anni pensavo di realizzare un film che raccontasse la storia d’Italia attraverso i suoi testi, ricchi di una grande forza cinematografica. E ho deciso di rievocare il suo geniale talento attraverso la voce del suo storico impresario, Tobia, e del filosofo Stefano Bonaga, suo amico di infanzia, capaci di offrirci un ritratto più intimo e quotidiano di questo artista anarchico e geniale».

Ancora una volta Marcello dimostra il suo straordinario talento nel lavorare con i materiali di archivio, pubblici, privati, storici e amatoriali, molti dei quali inediti, che qui diventano un tessuto dove cucire la storia di un percorso umano e artistico. Così vediamo Lucio esibirsi come enfant prodige, poi intervistato insieme alla madre da Cino Tortorella vestito da Mago Zurlì, a ancora in un salotto mentre discute con Bettino Craxi e Alberto Arbasino. Lo ascoltiamo cantare di marinai e migranti, puttane e barboni, con un amore per l’umanità che Marcello paragona a quello di Hemingway, o confessare i propri dubbi a proposito di una professione che rischia di diventare la negazione dei propri sogni.  «Lucio era come Hemingway, viveva tra la gente e la raccontava, si guardava intorno. Non è mai stato un mediano e non guardava a modelli, per questo è diventato un originalissimo poeta. Mi piacerebbe, una volta finita la pandemia, che Per Lucio fosse restituito ai bolognesi, presentato proprio da Tobia e Stefano, che nel frattempo sono diventati anche miei grandi amici. Il cinema serve anche a questo, a regalarti grandi incontri».

Il 9 marzo sarà inoltre disponibile in libreria e negli store digitali Dice che era un bell’uomo… – Il genio di Dalla e Pallottino (Edizioni Minerva), il nuovo libro del giornalista Massimo Iondini dedicato alla coppia artistica formata da Lucio Dalla e Paola Pallottino. Grazie anche alle testimonianze esclusive di Gino Paoli, Renzo Arbore, Ron, Maurizio Vandelli, Maurizio De Angelis, Vince Tempera, Angelo Branduardi, Armando Franceschini e padre Bernardo Boschi, Iondini racconta la carriera di Dalla nei primi anni Settanta, caratterizzati dal sodalizio con la storica dell’arte, illustratrice e paroliera, una breve ma intensa collaborazione grazie alla quale videro la luce canzoni come 4 marzo 1943, Un uomo come me, Il gigante e la bambina e Anna Bellanna.