Perfect Days, la recensione del film di Wim Wenders in concorso a Cannes 2023

Ambientato nella Tokyo dei giorni nostri, il film è al cinema dal 4 gennaio con Lucky Red

0
Koji Yakusho, Perfect Days

Wim Wenders, regista tedesco di successi indimenticabili come Paris, Texas (1984), Il cielo sopra Berlino (1987), The Million Dollar Hotel (2000) e grandi documentari come Buena Vista Social Club (1999) e Il sale della terra (2014), torna al cinema con un un lungometraggio di finzione interamente girato e ambientato in Giappone, a Tokyo, Perfect Days, dal 4 gennaio al cinema con Lucky Red. Il film, presentato in concorso al 76° Festival di Cannes, ha meritato il premio per la miglior interpretazione maschile al protagonista Kōji Yakusho.

IL FATTO

Hirayama (Kōji Yakusho) è un addetto alle pulizie dei bagni pubblici di Tokyo. Ha una vita semplice e la sua quotidianità è scandita da una routine sempre uguale, ma ha un passato intenso che riemerge a poco a poco attraverso incontri inaspettati.

L’OPINIONE

Con Perfect Days Wenders porta la sua arte e il suo stile in Giappone o sarebbe meglio dire che il suo linguaggio e i suoi temi trovano nella compostezza della moderna cultura giapponese il luogo adatto per costruire una nuova storia, semplice eppure carica si senso.

Al centro di Perfect Days c’è il personaggio di Hirayama, un eccellente Koji Yakusho, interprete popolare in Giappone, alla cui descrizione Wenders dedica tutta la parte iniziale del film. Il regista tedesco ci mostra la giornata del protagonista dal suo risveglio alla sera quasi in ogni dettaglio. Lo vediamo prepararsi, uscire di casa, lavorare e poi lo seguiamo nel suo tempo libero che dedica alla cura di se stesso, delle persone e delle piccole cose che ama e che lo circondano.

Hirayama è un uomo assai silenzioso, fa uno dei lavori più umili che si possano immaginare: pulisce i bagni pubblici di una grande città per i cui frequentatori lui è poco più che un fantasma. Eppure, lo fa con una dignità, una cura e una dedizione quasi toccanti. Wenders riesce costruire attraverso immagini, gesti e brevi sequenze dalla semplicità disarmante il racconto di una persona degna di tutto l’interesse dello spettatore.

Quest’uomo, dall’aspetto e dalla vita all’apparenza tanto modeste, si rivela piano piano come una persona dalla profonda dignità e sensibilità. Hirayama ama la lettura, la natura e la musica rock degli anni ’70 e cattura con la sua piccola macchina fotografica poche ma significative immagini della sua giornata che racchiudono emozioni e pensieri, come in un sogno.

Perfect Days tocca le corde più intime del protagonista senza aver bisogno di farlo parlare quasi mai. Con pochi gesti e sguardi intesi comprendiamo la natura forte, consapevole e al tempo stesso sensibile di questo personaggio solitario, ma per niente chiuso al mondo. Al contrario.

I personaggi che interagiscono con lui trovano spazio nella sua vita con facilità. Il giovane collega scapestrato, la nipote adolescente e infine anche la sorella persa da tempo, in un modo o nell’altro tutti attingono qualcosa di profondo alla sua fonte nascosta ma preziosa e non si allontanano da lui senza che ci sia stato uno scambio reciproco intenso, seppur breve.

Con Perfect Days Wenders non costruisce tanto il racconto di una storia, ma piuttosto quello di una persona, sorprendente nella semplicità delle sue linee e toccante per la profondità dei contenuti umani che riesce a trasmettere. Ciò che sembrerebbe all’apparenza tanto singolare, diventa invece la più universale delle esperienze narrative.

Sebbene girato in un Paese, come il Giappone, tanto distante dalla cultura occidentale in cui Wenders stesso è immerso, il suo linguaggio riesce ugualmente a trovare armonia e spazio. La musica rock, specie quella degli anni ’70 e ’80, tanto amata dal regista, accompagna ed è parte stessa della narrazione, contemporaneamente intradiegetica ed extradiegetica.

Il sogno e la letteratura arricchiscono in modo naturale un racconto, via via sempre più affascinante e poetico, tutto fondato essenzialmente sulla ricerca della bellezza nascosta nei dettagli della vita ordinaria e sul valore del servizio, nascosto e silenzioso, per il bene comune.

Se vi è piaciuto Perfect Days guardate anche…

Il cielo sopra Berlino (1987) di Wim Wenders con Bruno Ganz nei panni di un angelo. Il film vinse il premio della regia al Festival di Cannes.

RASSEGNA PANORAMICA
voto
perfect-days-la-recensione-del-film-di-wim-wenders-in-concorso-a-cannes-2023Wim Wenders, regista tedesco di successi indimenticabili come Paris, Texas (1984), Il cielo sopra Berlino (1987), The Million Dollar Hotel (2000) e grandi documentari come Buena Vista Social Club (1999) e Il sale della terra (2014), torna al cinema con un un lungometraggio di...