Piedone, Salvatore Esposito & Co. raccontano la serie ispirata a Bud Spencer

Con l'attore anche Fabio Balsamo, Silvia D'Amico e il figlio di Carlo Pedersoli

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intervista Piedone uno sbirro a Napoli

Nel segno dell’indimenticato Bud Spencer prende il via la serie Sky Original Piedone – uno sbirro a Napoli, un nuovo poliziesco all’italiana capace di andare oltre i confini del genere con quel pizzico di humour che caratterizzò i film del commissario Rizzo della sezione Narcotici (Piedone lo sbirro, Piedone a Hong Kong, Piedone l’africano, Piedone d’Egitto). Nei quattro episodi in onda su Sky Cinema Uno da lunedì 2 dicembre alle 21:15 – anche in streaming su NOW e disponibili on demand – ritroviamo l’ex Genny di Gomorra Salvatore Esposito, nei panni dell’ispettore Vincenzo Palmieri, affiancato da Silvia D’Amico e Fabio Balsamo, alle prese con un caso dalle molte ramificazioni e per il quale ci si ispirati a fatti di cronaca e all’attualità, per parlare di malasanità e immigrazione, della diffusione del fentanyl e altro.

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Diretti da Alessio Maria Federici, a partire dalla sceneggiatura firmata dal creatore della serie Peppe Fiore con Laura Grimaldi, Paolo Piccirillo e Jacopo Sonnino, ma soprattutto dal soggetto al quale hanno collaborato lo stesso Esposito e il figlio di Spencer Giuseppe Pedersoli, gli attori raccontano la loro esperienza, il loro rapporto sul set, l’importanza dei loro personaggi e cercando di dare risposta a una delle diatribe più accese di sempre.

Piedone – Intervista a Salvatore Esposito, Silvia D’Amico e Fabio Balsamo

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Ma con loro, sono anche i creatori e chi ha lavorato dietro le quinte della interessante e riuscita miniserie ad approfondire la questione dell’eredità di Bud Spencer – padre del Giuseppe Pedersoli che prende la parola per primo – e del futuro di una legacy che con ottima probabilità continuerà in una nuova stagione, della quale iniziamo a scoprire quelli che potrebbero essere alcuni temi.

Piedone – Intervista a Giuseppe Pedersoli, Alessio Maria Federici e Peppe Fiore

 

Piedone – Uno sbirro a Napoli, trama

Dopo un blitz fallito in cui ha perso le tracce di Eduardo Iodice, il suo nemico giurato, l’ispettore della Mobile Vincenzo Palmieri (Esposito) è andato il più lontano possibile da Napoli fino ad arrivare a Stoccarda dove lo incontriamo vestito dal suo alias FlatFoot mentre combatte un incontro di wrestling. Solo nello spogliatoio si toglie la maschera e torna Vincenzo Palmieri. Ognuno inganna il proprio dolore come può, e lui ha trovato questo: mettersi addosso una maschera e fare a botte per finta. Vincenzo in realtà a Stoccarda è un’agente sotto copertura dell’Interpol. Durante un’intercettazione sente un nome, anzi quel nome: ‘O moschillo, il soprannome di Eduardo Iodice dato per morto in Brasile. Ma Vincenzo non crede ai fantasmi e decide di tornare a casa. Per Vincenzo ritornare nella sua città d’origine, una Napoli diversa ma che custodisce ancora la sua anima, significa chiudere un cerchio. Torna in servizio accolto dal Vicequestore Ruotolo, che lo conosce da sempre e lo stima pur sapendo che Palmieri usa quei metodi anticonvenzionali imparati dal Commissario Rizzo detto Piedone, la leggenda di tutti gli sbirri di Napoli.

Ruotolo conosce anche l’ossessione per Iodice del suo sottoposto, perciò mette Vincenzo in squadra con la commissaria Sonia Ascarelli (D’Amico), una poliziotta molto diversa da lui. I due si daranno filo da torcere ma impareranno a conoscersi e Sonia scoprirà che dietro la determinazione di Vincenzo per la cattura di Iodice si nasconde molto di più: un uomo di grande umanità, sempre dalla parte dei più deboli con la propensione a proteggere i giovani. Nella nuova squadra allocata al porto di Napoli, Vincenzo trova la new entry Michele Noviello (Balsamo) che subito lo prende ad esempio e Valentina Capezio, vecchia collega nonché amica. Tra un’indagine e l’altra, con casi legati all’attualità, non mancheranno colpi di scena e sorrisi, Vincenzo proverà a fare pace con i propri fantasmi.