Piedone – Uno sbirro a Napoli, Esposito: «Palmieri rappresenta un supereroe moderno»

Presentata a Napoli la nuova serie

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Scorbutico, irregolare, ed indisciplinato, arriva un nuovo commissario in città con Piedone – Uno sbirro a Napoli, la mini-serie comey-noir Sky Original di 4 episodi su Sky Cinema dal 2 dicembre alle 21.15 e in streaming su Now, in cui l’iconico commissario Rizzo di Bud Spencer ritorna ad aggirarsi tra i vicoli napoletani attraverso il suo erede spirituale, l’ispettore Vincenzo Palmieri, interpretato da Salvatore Esposito (che firma anche il soggetto insieme al figlio di Spencer Giuseppe Pedersoli, il creatore della serie Peppe Fiore, e gli sceneggiatori Laura GrimaldiPaolo Piccirillo e Jacopo Sonnino), nel cast con Silvia D’Amico e Fabio Balsamo, per la regia di Alessio Maria Federici.

«All’inizio realizzare di dovermi confrontare con uno dei miei miti, Bud Spencer, mi ha colpito – spiega Esposito – soltanto vedere il mio nome accostato al suo, che ha rappresentato la napoletanità nel mondo, è motivo di orgoglio. Poi, mi è stato chiaro quanto questa storia sia un sequel diretto di Piedone, ma conservi comunque un’anima propria. Così mi sono spogliato sia dal desiderio che dalla paura di rischiare di essere simile al commissario RizzoIl mio personaggio porta con sé ferite profonde, una tenerezza vicina alla malinconia ed uno spirito di vendetta che Rizzo non avevaPalmieri rappresenta un supereroe moderno, come lo è stato Bud Spencer nei suoi film per la mia generazione. È stato il primo superiore immune ai proiettili, ai tavoli e alle sedie che gli distruggevano addosso, affrontava orde di nemici uscendone indenne, e proteggeva sempre i più deboli, anche quando interpretava la parte del bandito. Ognuno di noi, di notte, avrebbe voluto Bud Spencer al suo fianco, soprattutto come commissario. Indossava questo costume che lo investiva di responsabilità e gli dava la possibilità di affrontare quella Napoli e quei criminali nel modo migliore, un po’ come succede a Batman».

Nato e cresciuto tra i vicoli del rione Sanità, Vincenzo, dopo l’omicidio dei suoi genitori, viene salvato dal commissario Rizzo, di cui segue le orme. Ormai quarantenne dopo 4 anni trascorsi in Germania torna a lavorare in commissariato a Napoli, dove dovrà imparare a dividere le indagini con due nuovi colleghi: la commissaria Sonia Ascarelli (D’Amico), capa del distaccamento di polizia al porto di Napoli, che, ligia alle regole, si allontana dallo stereotipo della madre in carriera per abbracciare una versione più moderna dello spirito femminile, e l’ispettore aggiunto Michele Noviello (Balsamo) che avrebbe preferito dedicarsi allo studio della storia medievale, piuttosto che investigare sui crimini, per cui, suo rammarico, ha un innato talento, favorito dalla sua profonda umanità.

«Il mio personaggio non esiste nei film originali, quindi per me è stata una grande responsabilità – confessa D’Amico – si tratta di una donna dura e pura che è in contrappunto con Palmieri, che non lavora secondo le regole, e mantiene grandi umanità e sensibilità.  Non abbiamo voluto catalizzare l’attenzione sul fatto che sia un capo donna, ma enfatizzare le sfaccettature più ironiche e scanzonate del suo carattere. Tutti i temi sulla sfera femminile, come il ruolo della donna rispetto alla scelta tra la carriera o la famiglia sono rimasti marginali, abbiamo raccontato una donna che aveva già compiuto determinate scelte. Nella prima puntata una persona che interrogo mi chiede se avessi figli, gli rispondo con un no secco, che era denso di significato: lei non sente la necessità di essere madre per realizzarsi. 

Non a caso è donna e riesce ad entrare nel “piedoneverso” senza ammiccare, ma con furbizia e scaltrezza. Come Palmieri, anche Sonia ha i suoi scheletri nell’armadio e forse, per questo, i due si riconoscono nel dolore».

Anteprima immagine

Nella produzione SkyWildside, e Titanus Production , il commissario Palmieri crede nella giustizia, ma non nella legge e, proprio come il suo mentore, preferisce metodi poco convenzionali per risolvere i suoi casi, anche se ai pugni sonori, alle sediate vigorose ed agli schiaffi a mano aperta della tetralogia anni ‘70, si sostituiscono i combattimenti da wrestler, mentre le vicende che seguirà saranno lontane dal cliché della camorra napoletana, e vicine a fenomeni di criminalità più comuni, come l’abuso di fentanyl, la malasanità e l’immigrazione.