Salvatore Cascio, la malattia e Nuovo Cinema Paradiso: «Tornatore mi ha insegnato cos’è la disciplina»

L'interprete del piccolo "Totò" in Nuovo Cinema Paradiso ricorda i momenti passati sul set, fino alla terribile diagnosi della malattia che lo ha privato della vista

0

«Ora che ho perso la vista, ci vedo di più» diceva il saggio Alfredo (Philppe Noiret) a Salvatore in una delle tante emozionanti scene di Nuovo Cinema Paradiso. Come uno scherzo del destino, questa frase ha finito per segnare profondamente la vita di Salvatore Cascio, l’interprete del piccolo Totò nella pellicola premio Oscar di Tornatore, che proprio in quel periodo apprese di soffrire di retinite pigmentosa, una grave malattia degenerativa che gli ha compromesso la vista, interrompendo la sua promettente carriera.

Ospite della trasmissione Oggi è un altro giorno condotta da Serena Bortone, l’attore, oggi 42enne, ha ricordato la sua esperienza sul set e il suo rapporto con Tornatore, fino alla terribile scoperta della diagnosi.

«Venni scelto scelto casualmente, dopo una selezione fotografica e un paio di provini – racconta Cascio, che all’epoca aveva solo 8 anni – Come un segno divino, Tornatore si innamorò subito di me. Apprezzò la mia spontaneità e mi diede fiducia, assegnandomi un ruolo fondamentale».

«Per me era come un nuovo gioco – continua Cascio – Ero un bambino creativo, mi sono integrato bene con Philippe Noiret e tutti gli altri attori. Peppuccio Tornatore mi ha insegnato cos’è la disciplina. Lo porto nel cuore con tanto affetto».

Salvatore Cascio nel 1990

Affetto ricambiato dallo stesso Tornatore, con il quale Cascio è tornato a collaborare nel recente cortometraggio A occhi aperti, diretto da Mauro Mancini per Telethon e Rai Cinema e dedicato proprio alla sua triste storia. «Salvatore era un portento – spiega Tornatore in un estratto del corto – Ricordo bene la sua telefonata in cui mi raccontò i problemi che aveva alla vista. Voleva liberarsi di quel fardello e dirmi come aveva superato quel tormento. In quel momento mi resi conto che era diventato un uomo e non più il piccolo bambino di Nuovo Cinema Paradiso».

Accettare la malattia e conviverci sono stati ostacoli duri da superare per Cascio, che però ha trovato la forza per andare avanti, fino a scriverne anche un libro “La gloria e la prova. Il mio nuovo cinema paradiso 2.0“.

«Ricevere una notizia del genere a otto anni è difficile da metabolizzare. Mano a mano mi accorgevo di avere problemi agli occhi, furono anni difficili – spiega Salvatore. – Poi ho ripreso in mano la mia vita grazie alla fede e a persone fondamentali che mio sono state accanto».