Scioperi a Hollywood, attori a rischio dopo l’accordo con i registi

Fan e Studios in ansia, mentre continua la protesta degli sceneggiatori

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Dal primo maggio scorso a oggi la situazione a Hollywood continua a essere complicata, dall’inizio della protesta degli sceneggiatori nuovi scioperi si annunciano, anche se il fronte dei lavoratori del settore coinvolti sembra sempre meno compatto. Soprattutto dopo l’accordo trovato dai registi della Directors Guild of America e la buona disposizione al confronto dei produttori, entrambe categorie più concilianti di quella degli attori, i cui rappresentanti sembrano esser pronti a seguire la Writers Guild of America.

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Al momento, come riporta il New York Times, la vera novità è che il sindacato SAG-AFTRA (Screen Actors Guild – American Federation of Television and Radio Artists) che rappresenta più di 160.000 attori cinematografici e televisivi ha votato lunedì sera per l’autorizzazione a scioperare, due giorni prima dell’inizio dei negoziati con gli Studios. Un risultato atteso, ma che forse non ci si aspettava tanto plebiscitario visto il 98% raccolto, così commentato dalla presidente Fran Drescher:

“Insieme serriamo i gomiti e, uniti, costruiamo un nuovo contratto che onori i nostri contributi a questo straordinario settore, rifletta il nuovo modello di business streaming e digitale e porti nel presente TUTTE le nostre preoccupazioni quanto a tutele e benefici!”

D’altronde, gli attori condividono con gli sceneggiatori molti dei temi al centro della protesta: dai salari più alti al pagamento dei diversi servizi forniti, in particolare relativamente allo sfruttamento dei servizi di streaming, fino alla difesa contro le possibili derive dell’uso delle proprie sembianze senza autorizzazione, soprattutto in epoca di intelligenza artificiale.

Tra le critiche della WGA agli Studios c’era stata proprio quella di aver avuto incontri troppo diradati per poterne parlare e ancor meno disponibilità a contrattare sui limiti della tecnologia. Un problema che a quanto pare registi (aiuto registi e manager di produzione) e produttori sembrano avvertire come meno prioritario, visto che la Directors Guild of America ha raggiunto un “accordo rivoluzionario che conferma che l’A.I. non è una persona e non può sostituirsi alle funzioni svolte dai soci” e che l’Alliance of Motion Picture and Television Producers ha dichiarato di avvicinarsi “a questi negoziati con l’obiettivo di raggiungere un nuovo accordo che sia vantaggioso per i membri SAG-AFTRA e per l’industria in generale”.

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Scongiurato il rischio di vedere incrociare le braccia tutti e tre i principali sindacati dei lavoratori di Hollywood, prospettiva che avrebbe dato maggior forza alla protesta degli sceneggiatori, ora resta da vedere come proseguirà la trattativa con gli attori, il cui contratto collettivo scadrà a fine mese (come quello della DGA, composta però da ‘soli’ 19.000 soci) e che già nel 2000 scioperarono per circa sei mesi.

Ma l’autorizzazione allo sciopero rende ottimista la SAG-AFTRA, attesa dai negoziati di domani, mercoledì 7 giugno, che saranno gestiti da Duncan Crabtree-Ireland, capo negoziatore del sindacato, che ha già fatto sapere la propria posizione:

“Ovviamente arriviamo [alle trattative] da una posizione di forza, ma non puntiamo allo sciopero. Siamo qui per fare un accordo, ma non accetteremo nulla di meno di ciò che meritano i nostri membri. Se per raggiungere questo obiettivo sarà necessario uno sciopero, siamo pronti”.