Scompartimento n. 6, featurette e intervista in esclusiva al regista Juho Kuosmanen

Dal 2 dicembre nelle sale italiane con BIM Distribuzione il film vincitore del Gran Prix Speciale della Giuria al Festival di Cannes 2021.

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In uno spazio temporale sospeso e quasi surreale, durante un viaggio in treno nella gelida Russia transiberiana, il regista finlandese Juho Kuosmanen (La Vera Storia Di Olli Mäki, 2016) ambienta una storia romantica che ricorda un po’ Titanic (1997) di James Cameron e un po’ Prima Dell’Alba (1995) di Richard Linklater, ma con un sapore decisamente nord-est europeo.

Scompartimento n. 6, Grand Prix Speciale della Giuria al Festival di Cannes 2021, in sala dal 2 dicembre con Bim Distribuzione, mischia letteratura e cinema, viaggio e amore, paesaggi e società in un racconto sobriamente romantico. Laura (Seidi Haarla), una ricercatrice finlandese, incontra Ljoha (Jurij Borisov), un operaio russo, su un treno diretto a Murmansk, dove la ragazza spera di poter osservare i petroglifi, incisioni preistoriche in pietra. Sebbene inizialmente tra i due ci sia una palese ostilità, il lungo viaggio in treno porta entrambi a scoprire una inaspettata intesa che andrà di pari passo con lo strano ma affascinante viaggio che i due si trovano a condividere.

Il regista Juho Kuosmanen trae spunto dall’omonimo romanzo del 2011 di Rosa Liksom, ma con estrema libertà: «Prima di iniziare a lavorare al film ho atteso tanto, perché c’erano delle cose che mi sembravano quasi impossibili da realizzare e da trasporre in versione cinematografica, ma quando ho incontrato Rosa Liksom mi ha fatto sentire libero di apportare dei cambiamenti che avrebbero reso possibile realizzare il film». Nel passaggio dal libro al film Kuosmanen ha scelto di cambiare molti elementi mantenendo la sostanza della storia: «Mi sono concentrato sull’incontro dei due personaggi e sul loro viaggio in treno. Ho scelto di non trattare il discorso dell’Unione Sovietica e del suo collasso, per questo ho spostato la storia dagli anni ’80 agli anni ’90. Ho cambiato anche l’età dei personaggi e il percorso del loro viaggio, che non si svolge verso la Mongolia ma verso la Siberia».

Laura e Ljoha sono due persone ordinarie che si trovano in una situazione straordinaria e Scompartimento n. 6 è di fatto un road movie su rotaie, i suoi temi principali sono il destino, l’imperfezione della vita e l’accettazione di quest’ultima. «I road movie – ha spiegato il regista – sono molto legati all’idea di libertà, ma, se nei road movies in auto si ha una scelta quasi illimitata di possibilità, qui la libertà viaggia lungo i confini delle rotaie del treno e arriva dall’accettazione del fatto che ci sono cose che non possono essere controllate». Anche la scelta di girare il film davvero in un treno in viaggio attraverso i luoghi descritti dalla storia ha comportato per la stessa troupe la necessità di accettare paesaggi e situazioni ambientali reali non sempre conformi alla iniziale pianificazione del lavoro, ma che sono diventati funzionali allo sviluppo del racconto proprio durante le riprese. «Il modo con cui scegli di girare un film ha un effetto sul risultato finale – ha raccontato Kuosmanen -. Girare in un treno in movimento è stato certamente più duro per la produzione ed è stato difficile dirigere gli attori dal monitor perché non c’era abbastanza spazio per tutti nella cabina, ma io amo le ambientazioni reali».

Si può dire che persino i cambiamenti atmosferici, come la tempesta di neve da cui sono colti i due protagonisti in una delle scene principali del film, sono diventati parte della sceneggiatura stessa di Scompartimento n. 6. «Ci sono stati diversi imprevisti nel girare il film – ha detto il regista -, ma penso che questa sia stata una delle mie migliori esperienze di regia. È stato bello perché in questo modo ciò che accadeva durante le riprese era in armonia con il contenuto del film».