Sei fratelli, intervista a Simone Godano, Linda Caridi e Valentina Bellè

“Una storia di legami tra detto e non detto”. Simone Godano, Valentina Bellè e Linda Caridi ci raccontano Sei fratelli, dal 1 maggio al cinema

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Una famiglia allargata, nutrita da conflitti e tensioni, ma soprattutto da legami da riscoprire. Parte da questo intreccio Sei fratelli, il nuovo film di Simone Godano scritto insieme a Luca Infascelli in arrivo nelle sale italiane dal 1 maggio con 01 Distribution.

Marco, Guido, Leo, Luisa, Gaelle e Mattia hanno madri diverse, non sono tutti figli biologici dello stesso padre ma hanno un’unica vera figura paterna di riferimento: Manfredi Alicante. Quando quest’ultimo viene a mancare, si ritrovano per la prima volta tutti insieme nella casa paterna a Bordeaux, vivendo l’illusione di poter diventare una famiglia unita. Ma ormai ognuno di loro porta con sé una storia, un’identità e tornare indietro non sarà facile.

Ad interpretare i sei fratellastri troviamo Riccardo Scamarcio, Adriano Giannini, Gabriel Montesi, Valentina Bellè, Claire Romain e Mati Galey (due attori francesi da tenere d’occhio) mentre Linda Caridi e Gioele Dix completano il cast rispettivamente nei panni della moglie di Scamarcio (ma ex di Montesi) e papà Manfredi.

Sei fratelli e tante cose non dette

È un film in bilico tra il detto e il non detto. È Simone Godano stesso a descrivere così il suo quarto film da regista, arrivato dopo i piacevolissimi Moglie e marito (2017), Croce e delizia (2019) e Marilyn ha gli occhi neri (2021).

Qual è il denominatore comune delle mie storie? L’umanità. Vado sempre a cercare l’umanità dei personaggi e in questo mi aiuta la scelta degli attori. Tendo sempre, in maniera molto furba, a circondarmi di attori molto bravi” ha raccontato a Ciak, aggiungendo come nella vita sia “fondamentale andare alla ricerca di legami”.

Per farlo, sul set, si è servito di tutta la bravura dei “suoi” attori, appunto, scelti con giudizio e lasciati liberi di dar sfogo a tutti i loro sentimenti. “Li ho portati all’interno di un racconto dove queste cose andavano trovate sul set, era una scelta fatta a monte. Volevamo che tutto nascesse sul set”.

Una libertà nuova anche per attori navigati come quelli che compongono questo gran bel cast, a partire da Valentina Bellè, che ammette: “questa libertà inizialmente mi ha confuso. Il modo di girare di Simone era diverso dal solito. La macchina da presa andava dove voleva, non ti aspettavi di averla davanti. Dopo aver visto il film completo, sono rimasta sorpresa nel vederlo così preciso, coerente e ben pensato dall’inizio alla fine. Mi ha fatto venir voglia di indagare di più questo metodo come attrice, di rimettermi in gioco perdendo il controllo insieme alla macchina da presa e ai colleghi. È stata un’esperienza nuova per me.

“Io l’ho vissuto quasi fino alla fine in totale inconsapevolezza” racconta Linda Caridi, vincitrice del Ciak d’oro come miglior attrice per L’ultima notte di Amore . “Non mi aspettavo che dietro questa ricerca costante ci fosse in realtà un disegno lineare così ben orchestrato. Non ci siamo allontanati dalla sceneggiatura, è rimasto tutto fedele, ma in quello spazio Simone ci faceva domande, interpretava il dubbio, ci smuoveva il bisogno di trovare delle soluzioni. Il processo mi ha confusa come Valentina, non sapevo se tutte le piccole decisioni prese in maniera frammentaria si sarebbero poi allineate. Ma alla fine il film funziona meravigliosamente”.

Guarda qui l’intervista