Spirit – Il Ribelle: il ritorno del cavallo selvaggio

Nei cinema italiani Spirit - Il ribelle, nuovo capitolo della saga d’animazione Dreamworks. A vincere stavolta è la computer grafica “da remoto”, causa Covid

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“I cavalli sono gli animali i più belli del pianeta e collaborano con gli uomini da migliaia di anni, ma sono anche tra gli animali più difficili da disegnare e animare. Una simile sfida era per noi irresistibile”, era il 2002 quando Jeffrey Katzenberg presentava a Londra con queste parole Spirit: Stallion of the Cimarron (in Italia Spirit – Cavallo selvaggio). All’epoca eravamo nel pieno della cosiddetta Toon War, la guerra dei cartoon scatenata dallo stesso Katzenberg che, uscendo dalla Disney per fondare la DreamWorks, aveva deciso di insidiare il predominio fino a quel momento incontrastato dell’Impero del Topo nel campo dell’animazione.

Con un budget di 80 milioni di dollari, quel film ne incassò 122.563.539, essendo così battuto dalla Disney con Lilo & Stitch ($ 273.144.151), mentre sui due litiganti si imposero a sorpresa i “nuovi arrivati” della Blue Sky, con l’irresistibile primo capitolo di L’Era glaciale ($ 383.257.136). Quel rovescio ai botteghini non ha fermato però la corsa dello stallone che, dopo aver ottenuto la candidatura all’Oscar (poi vinto da La città incantata di Hayao Miyazaki), è diventato protagonista di Spirit Riding Free, una serie televi- siva animata in computer grafica presentata in anteprima su Netflix nel 2017. In questa serie sono stati introdotti nuovi personaggi tra cui la giovane Lucky Prescott, diventata uno dei prota- gonisti principali del franchise al fianco di Spirit. Da quella serie sono poi derivati anche due special televisivi, la miniserie Pony Tales e lo spin-off Riding Academy.

Spirit Untamed (da giugno sui nostri schermi come Spirit – Il ribelle) è il nuovo lungometraggio, questa volta realizzato integralmente in computer grafica, dove si rivisita la storia già narrata in Spirit Riding Free, seguendo le vicende di Lucky Prescott (la sua voce originale è quella di Isabela Merced, era Izabella in Transformers – L’ultimo cavaliere) che non ha mai conosciuto la defunta madre, una spericolata cavallerizza. Quando Lucky si trasferisce con la zia (Julianne Moore) a casa del padre (Jake Gyllenhaal) a Miradero, piccola città di frontiera, incontra il mustang selvatico Spirit e si lega immediatamente a lui. Spirit Untamed è diretto da un insolito team creativo che vede al comando Elaine Bogan (ha cominciato facendosi le ossa sugli storyboard di Dragon Trainer, prima di passare alla regia di serie come Dragons: Race to the Edge e Trollhunters: I racconti di arcadia), affiancata alla co-regia da Ennio Torresan, cartoonist che proviene dal cinema indipendente e che, nel 2013, aveva diretto col brasiliano Otto Guerra l’irresistibile delirio alcolico Até que a Sbórnia nos Separe, prima di diventare il capo sceneggiatore di Baby Boss e Il piccolo Yeti).

Abbandonato il sogno di Katzenberg del 2002 di realizzare un film in animazione tradizionale «anzi “tradigitale” (tradigital): noi stiamo reinventando lo stato dell’arte dell’animazione», diceva allora, riferendosi agli inserti in computer grafica nei fondali e nelle scenografie di quel lungometraggio, Spirit – Il ribelle è stato realizzato utilizzando esclusivamente la tecnologia digitale, la stessa tecnologia che ne ha facilitato il completamento visto che la sua produzione era cominciata nell’ottobre 2019 e il cartoon, a causa dello scoppiare della pandemia di Covid-19, è stato realizzato in remoto.