Per l’esercito dei fan dell’universo Star Wars la serie The Acolyte – La seguace (su Disney+ dal 5 giugno) è stata a lungo un mistero insondabile. Si sapeva che la sua showrunner era la sceneggiatrice e regista Leslye Headland (SWOP: I sesso dipendenti, Russian Doll) e che la serie sarebbe stata ambientato in una parte finora inesplorata della cronologia temporale cinematografica e televisiva di Guerre Stellari: la fine dell’era dell’Alta Repubblica, 100 anni prima di Star Wars: Episodio I – La minaccia fantasma. A sorpresa, qualche mese fa, Ciak ha ricevuto un breve trailer della serie che (in perfetto stile Mission: Impossible) si sarebbe cancellato immediatamente dopo la visione “solo per i nostri occhi” e averci preparto all’incontro con alcuni dei protagonisti della serie, entusiasti di poter finalmente rivelare alla stampa la loro presenza nel cast.
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Nel frattempo, grazie alla Forza che potente scorre nelle vene della nostra redazione, abbiamo verificato quale fosse lo spunto narrativo della serie: la ex Padawan Jecki Lon (Dafne Keen) si riunisce al suo Maestro Jedi Sol (Lee Jung-Jae) che deve indagare su una serie di crimini di cui sono vittime gli Jedi e scopre che le forze con cui si stanno scontrando sono più sinistre di quanto avessero mai previsto. I due dovranno fronteggiare Mae (Amandla Stenberg), una pericolosa guerriera che proviene dal passato di Sol e man mano che emergono nuovi indizi, si incamminano lungo una via oscura, dove non tutto è come sembra. Nel cast, tra gli altri, Carrie-Anne Moss, Rebecca Henderson, Charlie Barnett, Jodie Turner-Smith e Joonas Suotamo che veste la pelliccia Wookie dello Jedi Kelnacca.
Con noi oltre al Maestro Jedi Sol, hanno parlato la stessa Stenberg, Manny Jacinto (è Qimir, un contrabbandiere diventato mercante nell’epoca dell’Alta Repubblica), Charlie Barnett (Yord Fandar, guardiano del Tempio Jedi, un Cavaliere Jedi ambizioso e rispettoso delle regole) e, appunto, Dafne Keen, che mostra di aver mantenuto l’irruenza di quando, appena dodicenne, aveva interpretato la giovane mutante Laura di cui Wolverine era costretto a occuparsi nel crepuscolare Logan del 2017.
“La mia Jecki Lon è una razza mista, in parte theelin e in parte umana ed è molto devota al suo maestro Sol, di cui segue alla lettera le indicazioni – racconta Dafne. – Questo ruolo mi ha permesso splendidi combattimenti con la spada laser“. “Ogni mattina, intorno alle tre e mezza, passavo due ore al trucco: mi mettevano una calotta sulla fronte, dalle sopracciglia in su, che mi copriva tutti i capelli, poi aggiungevano le lentiggini e le corna“, spiega del trucco che l’ha costretta a cambiare persino il proprio approccio alla recitazione, perché, come aggiunge, “le mie sopracciglia sono molto espressive e il fatto che fossero coperte ha cambiato tutto: di solito affido molte delle mie espressioni alle sopracciglia, non poterle usare ha cambiato il mio linguaggio corporeo“.
Per Manny Jacinto quella affrontata nella serie è “una parte davvero emozionante della sequenza temporale di Star Wars, perché capisci ciò che porta all’era in cui i Sith sono stati in grado di guadagnare potere. Qui si capisce come sia l’infrastruttura della galassia quando gli Jedi sono all’apice del loro potere e perché potrebbero esserci altri utilizzatori della Forza che vogliano sfidarli“.
Amandla Stenberg, dal canto suo, sottolinea quali siano stati i riferimenti stilistici cui questa serie si è ispirata: “Qui siamo stati in grado di esplorare diversi personaggi e diverse trame, perché abbiamo la prospettiva davvero unica dalla nostra showrunner Leslye Headland, che ci ha parlato a lungo di come i riferimenti ai film di Akira Kurosawa e a Kill Bill abbiano apportato un tocco speciale non solo alla storia, ma anche al suo aspetto spettacolare. Penso che sia piacevole vedere qualcosa di nuovo in questo universo, perché Star Wars esiste da così tanto tempo e ha molte tradizioni, ma Leslye è entrata in questo mondo prendendosi dei rischi in modo molto eccitante“.
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Anche per Charlie Barnett il grande fascino della serie è nella sua originalità rispetto ai consolidati canoni narrativi del franchise: “Quando è arrivato questo progetto era molto più fresco di tutto quanto è stato visto finora. D’altra parte Star Wars è parte della nostra vita quotidiana da così tanto tempo che è difficile evitarlo. Ad esempio: se sono all’aeroporto a un negozio di alimentari e mi passa accanto un cane che stanno portando a spasso con un costume da Baby Yoda, mi rendo conto che da Star Wars, non puoi scappare!“.