Storia di una notte, la recensione del film con Anna Foglietta e Giuseppe Battiston

Dal 30 aprile al cinema con PiperFilm

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Giuseppe Battiston e Anna Foglietta, Storia di una notte recensione
Giuseppe Battiston e Anna Foglietta, Storia di una notte

Un grave, terribile lutto colpisce una famiglia che a distanza di due anni non riesce ancora a riprendersi dal trauma. La madre, Anna Foglietta, e il padre, Giuseppe Battiston, stanno per trascorrere l’ultima Vigilia di Natale a Cortina insieme ai due figli, ma qualcosa sconvolge una festività già accolta con tristezza dalla famiglia. Paolo Costella dirige e scrive con Tania Pedroni il drammatico racconto di un dolore che riesce a trasformarsi in una nuova forma di vita: Storia di una notte, liberamente tratto dal libro “Nelle migliori famiglie” di Angelo Mellone (edito da Mondadori), al cinema dal 30 aprile con PiperFilm.

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IL FATTO

Elisabetta (Anna Foglietta) e Piero (Giuseppe Battiston) stanno per separarsi. Hanno due figli, Denis (Biagio Venditti) e Sara (Giulietta Rebeggiani), e stanno per trascorrere la loro ultima Vigilia di Natale insieme a Cortina, ma poco prima di sera Denis cade sugli sci e il suo infortunio riporta tutta la famiglia al drammatico ricordo della dolorosa tragedia che due anni aveva li aveva colpiti e lentamente divisi, quando il primogenito Flavio (Massimiliano Caiazzo) morì a causa di un incidente.

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L’OPINIONE

C’è qualcosa di innaturale nella morte di un figlio per un genitore, è un trauma indelebile. Paolo Costella con la cosceneggiatrice Tania Pedroni con Storia di una notte sceglie però di raccontare questo duro tema con coraggiosa franchezza, senza retorica, consapevole che ogni tragedia è diversa per ciascuno, ma anche con la convinzione che sia sempre possibile “inventare” una strada per tornare a vivere oltre che sopravvivere.

Storia di una notte racconta, anche attraverso un uso efficace di luci e fotografia, tutto il gelo che può pervadere le relazioni di un’intera famiglia colpita da un grave e inaspettato lutto. Quello descritto nel film e ben rappresentato dai protagonisti, Anna Foglietta e Giuseppe Battoston con i giovani Biagio Venditti e Giulietta Rebeggiani, è un dolore muto e sordo, che però nel tempo ha scavato nelle anime di chi lo vive lasciandoli paralizzati e incapaci di trovare un modo per tornare a vivere e amare.

L’incidente sugli sci che accade a Denis stravolge tutto, costringe ciascuno a rivivere quello stesso trauma di due anni prima, ma questa volta, soprattutto grazie alla più piccola, Sara, i genitori comprendono la necessità di guardare in faccia quel dolore e affrontarlo. Il freddo, sia interiore che esteriore, elemento che domina per la maggior parte della pellicola, diventa così meno ostile e si fa mezzo che scuote le loro anime per consentire loro di tornare a respirare.

Alternando passato e presente sulle note di delicate di “Come Healing” di Leonard Cohen, Storia di una notte riesce a far convergere anche emozioni  che vorremmo rifiutare – e che probabilmente pesano nel corso della narrazione – in una direzione potente e desiderata, quella della rinascita e della riconciliazione. Il film diventa così un percorso doloroso che lo spettatore intraprende insieme ai personaggi fino ad un esito in cui il freddo si trasforma in calore, il buio in luce e il dolore in un amore rinnovato.

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La stanza del figlio (2001) diretto e interpretato da Nanni Moretti, che racconta la storia di una famiglia devastata dalla perdita improvvisa del giovane figlio e tutto lo smarrimento, il dolore e il senso di colpa di un padre di fronte a questo grave lutto.

RASSEGNA PANORAMICA
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