Si prospetta un ritorno alle origini per il Gran Finale di Stranger Things, per la quinta stagione, quella conclusiva, l’azione tornerà a svolgersi a Hawkins, dove tutto è iniziato nel 2016. Ma dopo quella che i fratelli Duffer hanno definito la loro “Il trono di spade” (anche per la durata degli ultimi episodi del Volume 2 della stagione attualmente su Netflix, quasi 4 ore in due), ci saranno dei cambiamenti. Soprattutto per quel che riguarda lo spin-off su cui si sta lavorando.
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Il paragone con la saga di JRR Tolkien portata al cinema da Peter Jackson nasce anche dalla scelta – non apprezzata da molti fan – di tenere molti dei protagonisti divisi fino all’episodio finale. Una dinamica che non dovrebbe ripetersi tornando con il ritorno alla sostanziale unità di luogo annunciata dai due durante il podcast Happy Sad Confused:
“Vogliamo tornare a molte delle cose che abbiamo fatto nella prima stagione. Molti dei raggruppamenti e degli accoppiamenti originali che avevamo – c’è qualcosa di bello nel chiudere il cerchio”.
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Se ne saprà di più dopo agosto, quando la ‘Writing Room‘ della serie si riunirà per continuare il racconto lasciato in sospeso dopo quello che Matt Ross ha descritto come “il finale più aperto di sempre”, visto che – per usare le sue parole – “per la prima volta in assoluto, non concludiamo le cose alla fine della quarta“. “Sono sicuro che la conclusione sarà molto più lunga, – ha aggiunto ancora, tornando a citare la Trilogia. – Sarà come ‘Il ritorno del Re’, con tipo otto finali“.
Eppure, sempre lui, sostiene che i prossimi episodi non dovrebbero essere come gli ultimi distribuiti su Netflix, per un motivo molto pratico: “ci vogliono quasi due ore prima che i nostri ragazzi vengano davvero coinvolti in un mistero soprannaturale. Li vedi nelle loro vite, mentre lottano per adattarsi al liceo e così via, ma niente di tutto ciò accadrà ovviamente [nella stagione 5]”. Chiosando, in conclusione: “Sai, se avessimo parlato all’inizio della scrittura ti avrei detto che sarebbero stati otto episodi di circa un’ora ciascuno – ha ammiccato. – Quindi non crederei a una singola parola uscita della mia bocca”.
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Da circa un anno si parla di “un numero imprecisato di spin-off e prequel”, un po’ come accaduto con Il Trono di Spade, ma quale che sia il progetto sul quale ci si concentrerà, non dovremmo vedere Matt e Ross Duffer dietro la macchina da presa, anche se i due assicurano che continueranno a essere “molto coinvolti”.
“L’idea è quella di passare il testimone a qualcun altro, qualcuno che si spera sia davvero talentoso e appassionato”, ha detto ancora Matt Duffer sottolineando come sia circa un decennio che si dedica alla serie diventata un vero fenomeno televisivo e della quale dice di aver “amato ogni secondo”. “Anche l’idea che io e Ross ne facciamo un pilot per poi lasciarlo mi sembra sciocca, – ha spiegato ancora. – Devi essere presente dall’inizio alla fine. Penso che dovremo trovare un partner che ci aiuti in questo”.
Una decisione simile a quella appena comunicata da James Cameron, pronto a lasciare la conclusione della sua saga di Avatar a qualcun altro. Due progetti particolarmente longevi e attesi dai fan, uniti anche dalla totale segretezza che li circonda. Pare che Finn Wolfhard sia stato l’unico ad aver indovinato le intenzioni – o per lo meno la premessa da cui intendono partire – i Duffer, che rifiutano l’idea di dedicarsi monograficamente a personaggi già mostrati e sostengono di avere una idea di spin-off “molto diversa”.