In sala dal 19 giugno distribuito da Universal arriva The Bikeriders di Jeff Nichols con Jodie Comer, Austin Butler, Tom Hardy e Mike Faist.
IL FATTO
Kathy incontra Benny. Lei una ragazza semplice, lui fa parte di una banda di motociclisti. Siamo nei tumultuosi anni Sessanta, gli Stati Uniti sono sconvolti da molte tragedie e i Vandals diventano la quotidianità di Kathy. Ma anche loro, come il paese, finiscono col corrompersi.
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L’OPINIONE
Tratto dall’omonimo libro reportage fotografico di Danny Lyon, The Bikeriders è uno spaccato di un pezzo di controcultura americana rimasto nell’immaginario collettivo ma che da troppo tempo viene trascurato dal cinema. Da Il selvaggio a Easy Rider, passando per i Biker movies di Roger Corman, il movimento che portò alla formazione di molti club di motociclisti, più o meno violenti, negli anni Cinquanta e Sessanta è un fenomeno che si rispecchia molto con quanto sta accadendo negli Stati Uniti di oggi. Sono passati sessant’anni, ma il senso di non appartenenza e di inadeguatezza, che sfocia nel supporto a figure e politiche populiste, è rimasto nel tessuto sociale del paese. Ben lo ha compreso Jeff Nichols, regista e sceneggiatore che ha già analizzato quegli anni in maniera assai lucida con il bel Loving. The Bikeriders è un film solido, registicamente ineccepibile e impreziosito da interpretazioni di alto livello, Jodie Comer e Tom Hardy in particolare, mentre da Austin Butler si resta semplicemente ipnotizzati. Film solido e dall’impianto squisitamente classico, e per questo di grande intrattenimento, ma anche portatore di messaggi importanti, soprattutto in vista delle imminenti elezioni per la Casa Bianca.
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Easy Rider per chi non l’avesse mai visto, e più in generale il cinema on the road e anarchico degli anni Settanta, da Punto zero a Convoy.