The Conjuring: tornano gli indagatori dell’incubo

In sala dal 3 giugno, ritorna la coppia di detective dell’occulto più famosa nel mondo del cinema

0

Con Per ordine del Diavolo (dal 3 giugno nelle sale italiane per Warner Bros.), ultimo film, il settimo, della saga di The Conjuring, ritorna la coppia di detective dell’occulto più famosa nel mondo del cinema. Patrick Wilson e Vera Farmiga indossano di nuovo i panni di Ed e Lorrain Warren, esperti di paranormale, realmente esistiti, che questa volta si troveranno ad affrontare uno dei casi più difficili della loro particolare carriera: provare l’esistenza del Diavolo durante un processo.

«Credo che una delle ragioni del grande successo della serie è che questi film si ispirano sempre a storie realmente accadute e quindi sono sempre ancorati alla realtà. E anche questa vicenda, incluso il processo, si è svolta esattamente come la raccontiamo», ha detto Wilson.

La storia è semplice: un giovane uomo compie un delitto efferato e si giustifica sostenendo di essere stato posseduto dal Diavolo. Una teoria con cui non sarà semplice convincere la giuria, ma che i due demonologi cercheranno di provare con tutte le loro forze. «In fondo ogni volta che in tribunale si mette la mano sulla Bibbia per giurare di dire il vero – ha sottolineato Vera Farmiga – si accetta l’esistenza di Dio, quindi perché non accettare anche quella del Diavolo? È un concetto che ribadiamo anche nel film ed è piuttosto logico. Se credi a una cosa devi credere anche all’altra».

Diretto da Michael Chavez, al suo esordio nell’universo dei Warren, il film potrebbe essere definito un legal-horror e, se possibile, fa ancora più paura dei precedenti. «È vero. Fa molta più paura dei precedenti – dice Patrick Wilson – anche se sembra impossibile. Ogni volta questi film diventato più dark, più intensi. In questo caso, trattandosi di un omicidio reale e di un processo reale, è stato ancora più facile immedesimarsi nella vicenda. C’erano molti riferimenti che abbiamo potuto studiare e approfondire». «Era molto importante restare fedeli alla tradizione della saga – dice il regista – ma nel contempo dare qualcosa in più e di diverso agli spettatori. Vera e Patrick sono veterani, invece per me era la prima volta e mi sono fatto aiutare molto da loro. Mi hanno guidato nei meandri della vicenda e delle loro personalità, che ormai conoscono molto bene. Senza loro due sarebbe stato molto più difficile raccontare questa storia mantenendo la qualità e il tono di quelle precedenti. Mi hanno guidato e si sono fatti guidare».

Un film dell’orrore con il compito di esorcizzare la paura alimentandola, in un momento in cui la paura è la regina delle nostre vite: «Credo – ha confessato Vera Farmiga – che di questi tempi un film come questo sia molto importante. Siamo circondati dalla paura, immersi in questa nuvola scura foriera di negatività, ingiustizie, odio, ineguaglianza, egoismo, crudeltà, apatia e inganno e allora raccontare una storia come questa, dove i due protagonisti combattono il male con l’amore per l’altro e la compassione, ci ricorda che questi sono i grandi poteri che abbiamo nel cuore e che dobbiamo usare per cambiare il mondo e liberare il cielo da questa nuvola». Una nuvola che rischia di fare scomparire il cinema, almeno come luogo fisico.

Un’eventualità che Patrick Wilson non vuole nemmeno immaginare. «No, sono sicuro che non morirà. Il cinema non scomparirà mai, anche se non scomparirà il Covid. Non esiste una forma di intrattenimento paragonabile a questa, che ogni settimana ti propone qualcosa di completamente diverso. Nessun’altra forma di spettacolo può regalare questo tipo di esperienza. Lo sa che nonostante tutti i servizi di streaming non c’è alcuna prova che questi abbiano influenzato le abitudini di chi va al cinema? Parlo in prima persona, perché sono anche io un proprietario di cinema, e sono direttamente coinvolto: c’è spazio per tutti. E spero che anche questo film possa essere vissuto al cinema. Una cosa è vederlo in isolamento, un’altra con un sacco di gente che non conosci, che prova le tue stesse emozioni, che vive le stesse paure. Nei cinema si compie una magia, si crea un’energia comune, quasi una coscienza comune. Condividere le emozioni le rinforza.Il cinema poi è una fabbrica di ricordi per tutti noi. E non solo per quello che guardiamo, ma per quello che facciamo, con chi siamo. Mi ricordo, da bambino, di un appuntamento a quattro, per vedere Flashdance, con Penelope, che per me era la più bella bambina al mondo. Il cinema non morirà mai perché ti regala emozioni uniche come questa»..

ANDREA CARUGATI