The Prom, a ciascuno il proprio ballo

Ryan Murphy firma un musical che rende omaggio al cinema hollywoodiano classico e celebra i valori della tolleranza e dell’inclusione. Invitando nuovamente Meryl Streep a cantare e ballare.

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Tutto è cominciato su un palcoscenico di Broadway nel 2018 con il musical di Chad Beguelin, Bob Martin e Matthew Sklar, vincitore di numerosi premi e candida- to a sei Tony Awards. Ryan Murphy, che lo ha visto un anno dopo, ha deciso di farne un adattamento cinematografico (come regista e come produttore), in arrivo su Netflix l’11 dicembre, per consegnare una lettera d’amore ai musical hollywoodiani classici con i quali è cresciuto e per affrontare alcuni dei temi che gli stanno più a cuore, come il diritto di amare chiunque, a essere fieri della persona che si è e la battaglia contro l’intolleranza e le discriminazioni basate sugli orientamenti sessuali. Ma anche il potere salvifico del teatro, prezioso luogo di rifugio quando la vita ci mette a dura prova.

La storia è infatti quella di Dee Dee Allen (Meryl Streep) e Barry Glickman (James Cor- den), due star del palcoscenico di New York City alle prese con una situazione critica: il loro nuovo e costoso spettacolo di Broadway, un colossale flop oggetto di veri e propri insulti da parte della critica che conta, ha improvvisamente distrutto le loro carriere. Nel frattempo, in una piccola città dell’Indiana, la studentessa Emma Nolan (l’esordiente Jo Ellen Pellman, bravissima) sta combattendo una sua personale battaglia: nonostante il sostegno del preside del liceo (Keegan-Michael Key), il capo dall’associazione genitori-insegnanti (Kerry Washington) le ha vietato di partecipare al ballo di fine anno con la ragazza di cui è innamorata, Alyssa (Ariana DeBose, giovanissima, ma una veterana del musical). Quando Dee Dee e Barry decidono che la difficile situazione di Emma potrebbe essere la causa perfetta per aiutarli a rilanciare la propria immagine pubblica, si mettono in viaggio con Angie (Nicole Kidman) e Trent (Andrew Rannells), un’altra coppia di cinici attori in cerca di un’ascesa professionale. A dispetto dell’obiettivo iniziale, i quattro si ritroveranno a fare i conti con i propri errori e con nuove possibili occasioni.

Un film per tutti che parla di accettazione e inclusione

La prima a dire di sì al progetto firmato dagli stessi Martin e Beguelin è stata proprio Meryl Streep, che dopo Mamma mia! torna a cantare a e ballare con entusiasmo ed energia, a ulteriore dimostrazione che non esiste nulla che questa straordinaria attrice, candidata a bel 21 Oscar, non possa fare sullo schermo. Capelli corti fiammeggianti, abiti a sgargianti e un piglio che non accetta repliche, la Streep incarna con intelligenza e ironia l’arroganza e l’egoismo di certe egocentriche celebrities convinte che tutto sia loro dovuto, ma anche la fragilità di chi, spinto dal fallimento, è costretto a rimettersi coraggiosamente in gioco.

Un  film per tutti, adulti e ragazzi, che parla di accettazione e inclusione, che ricorda il principale insegnamento cristiano, ama il prossimo tuo, e anticipa con il suo lieto fine un cambiamento della società americana di cui il risultato delle ultime elezioni presidenziali ha sottolineato l’urgenza. «Il film arriva al momento giusto – dichiara la Streepperché almeno sullo schermo ci porta quello che abbiamo sognato per tutto il 2020. Dopo tanta cupezza è arrivato il momento di gioire. Con la vittoria dell’amore sulla politica, The Prom non sarà una bomba, ma un balsamo sull’animo degli americani stremati dalle recenti elezioni».

Meryl Streep e Nicole Kidman in una scena di “The Prom”

«L’idea intorno alla quale ruota il film – sottolinea Murphyè che ognuno ha diritto al suo “ballo di fine anno”, a un momento in cui sentirsi protagonista e libero di vivere il proprio sogno d’amore. Nessuno al mondo dovrebbe sentirsi solo o rifiutato dalla propria famiglia e dalla propria comunità perché gay». Per questo il film si conclude con una spettacolare sequenza di ballo girata nella palestra della Helen Bernstein High School di Los Angeles affollata di 300 giovani comparse LGBTQ vestite a festa, mentre gli attori cantano It’s Time to Dance. Sui titoli di coda la Streep in versione rap canta invece Wear You Crown per celebrare il potere delle donne.

Le battute contro l’Indiana, “terra di bifolchi” che calpesta diritti di inclusione (e che ha dato i natali allo stesso regista), si susseguono numerose e ferocissime, come quella che dice: «Qui non siamo in America, ma in Indiana. La gente fa schifo in Indiana, Stato dalla follia leggendaria». Eppure l’obiettivo non è quello di demonizzare i conservatori, ma indicare al pubblico prospettive diverse dalle quali osservare la realtà che ci circonda. «Anche io al liceo non ho potuto portare al ballo della scuola il ragazzo che amavo, ripiegando sulla mia migliore amica. Se solo a quell’epoca avessi potuto contare su accettazione e senso di appartenenza, la mia vita sarebbe stata completamente diversa», dice il regista. E a proposito della produzione, aggiunge: «Normalmente se vuoi fare un film sui gay ti danno solo spiccioli, mentre invece Netflix ha considerato The Prom un film sul quale investire una interessante somma di denaro».

Ryan Murphy

E se si potranno fare proiezioni in sala prima dell’arrivo su Netflix, il ricavato andrà in beneficenza ai lavoratori dello spettacolo di Broadway, in grande sofferenza economica a causa della pandemia. Mancavano solo tre giorni di riprese quando il set del film è stato chiuso in seguito al lockdown. Il giorno prima era arrivata la notizia shock che Tom Hanks aveva contratto il virus. Ma quello di The Prom è stato anche il primo set a riaprire a Los Angeles, a luglio, in piena sicurezza. E a Los Angeles è stata ricostruita a grandezza naturale una strada di Broadway, con gli edifici, le luci, i negozi e i suoi sfavillanti teatri.