C’è Sergio Rubini a presenziare a Cannes 74, coprotagonista di “The Story of My Wife“ della regista ungherese Ildiko Enyedi in concorso per la Palma d’oro. Il film, tratto dall’omonimo romanzo del 1958 di Milan Fust, batte bandiera francese, anche se in realtà è una coproduzione europea con Ungheria, Germania e in cui partecipa anche l’Italia con la Palosanto e il sostegno di Rai Cinema ed uscirà anche da noi.
“È un film tutto europeo che cerca di stare lontano dalla massificazione che negli ultimi anni sta appiattendo tutte le storie, facendo diventare il cinema sempre più simile alla TV. Questo dettaglio, per una pellicola del genere, è fondamentale” – racconta a Ciak Sergio Rubini, presente sulla Croisette con Louis Garrell e Gijs Naber (assenti Lea Seydoux, bloccata a Parigi perché positiva al Covid, e Jasmine Trinca rimasta in Italia a preparare le imminenti riprese del suo film d’esordio “Marcel!”).
Il personaggio interpretato da Rubini è “l’anima nera del film”, che fa scattare la storia perché sfida il protagonista a sposare la prima donna che farà ingresso nella taverna del porto che frequenta.
Ed è così che il capitano Jacob Storrsi (Gijs Naber) ritrova, in un appartamento di Parigi negli anni ’20, con Lizzy (Lea Seydoux), la sua giovane, avvenente e misteriosa sposa. La loro diventa una storia d’amore devastante che consuma il marinaio.
“È un film sull’amore, su quanto possa consumarci ma renderci comunque nobili” – spiega ancora Rubini – “A lui succederà questo, mentre io che sono la parte più oscura, antagonista, resterò sempre lontano dall’amore. Mi realizzo negli affari, mi arricchisco, ma con una vita grama e meschina”.