They Can’t Kill Us All, la serie sul movimento Black Lives Matter

Don Cheadle produce l'adattamento del libro di Wesley Lowery

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Black Lives Matter

Dopo le prime avvisaglie del 2013, il movimento Black Lives Matter era esploso dopo fatti di Ferguson, per la morte di Michael Brown e di Eric Garner, soffocato da un agente a New York nonostante continuasse a dire “I can’t breathe” (“Non riesco a respirare”). Una pagina importante nella storia – non solo Nera – degli Stati Uniti moderni che oggi Don Cheadle ha deciso di portare sullo schermo, con la serie They Can’t Kill Us All.

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L’attore di Kansas City, molto presente negli ultimi anni come War Machine nei film degli Avengers, produrrà l’adattamento – atteso su AMC – del libro omonimo. Scritto da Wesley Lowery a partire da centinaia di interviste raccolte nel corso di oltre un anno viaggiando attraverso il Paese, da Ferguson, nel Missouri, a Celeveland, in Ohio, Charleston, in South Carolina, e Baltimora, nel Maryland.

La serie ripercorrerà la creazione del movimento sin dai suoi inizi, passando per i suoi momenti più importanti, come la Millions March del 13 dicembre 2014 a New York, alla quale partecipò anche Leonardo DiCaprio in prima fila. E con una attenzione estrema alla storia, soprattutto del confronto tra la polizia e quel popolo che gli agenti hanno giurato di proteggere.

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Oltre a Don Cheadle, che come detto produrrà They Can’t Kill Us All attraverso la sua società This Radicle Act, ci saranno anche la stessa Lowery e Brad Weston della Makeready.

Mentre rivedremo prossimamente l’attore nei panni del colonnello James Rhodes nella serie Armor Wars, incentrata proprio sul suo War Machine. Non ci sono dettagli, ma la vicenda metterà in evidenza le conseguenze di utilizzo sbagliato delle tecnologie create da Tony Stark. La serie è attualmente nelle prime fasi di sviluppo.