Thor: Love and Thunder, Natalie Portman a Roma: «sono stata influenzata dalle scrittrici italiane»

L'attrice racconta la sua evoluzione nel MCU

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Natalie Portman Thor Love and Thunder

Splendida e carismatica, è Natalie Portman a portare il MCU a Roma, dove l’abbiamo incontrata per parlare del suo ritorno nell’Universo Marvel nei panni della Jane Foster vista nei primi film del Dio del Tuono. In Thor: Love and Thunder è lei uno dei personaggi più attesi, anche per la nuova veste nella quale si presenta impugnando il leggendario Mjolnir. Secondo Chris Hemsworth (qui l’intervista) sarebbe persino meglio del suo eroe, anche se lei diplomaticamente la definisce semplicemente “diverso, completamente”.

“Lui ha molta esperienza sull’essere un supereroe – spiega l’attrice. – Lei sta solo cercando di farsi una idea. E’ una cosa nuova per lei. E poi continua a tornare alla sua forma umana, per cui c’è sempre il pericolo che sia sempre l’ultima occasione per fare quest’esperienza”.

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E’ qualcosa di cui hai paura?
Ho paura di tutto, del Covid, delle armi, delle folle… quella coraggiosa è Jane Foster!

Un modello, anche per te?
Amo molto questo suo aspetto, ma trovo difficile rapportarmi con figure capaci di essere così dure in ogni momento. Ammiro chi ha queste qualità, ma non è qualcosa che mi appartiene. Jane è vera, una femminista, una donna che ha dubbi, paure, debolezze e sfide da affrontare, ma insieme è potente e tosta, ed quello che mi piace.

Natalie Portman Thor Love and Thunder

E’ importante che ci sia una supereroina donna, in questo momento?
Molto importante. Ce ne sono di più di prima, ma non basta ancora. Sembra qualcosa di incredibile vedere queste figure femminili, ma dovrebbe essere questa la norma. In questo film poi ho a fianco anche Tessa. E’ un messaggio per i giovani, che devono potersi riconoscere in supereroi di ogni genere.

Quello femminile è uno sguardo, un punto di vista, cui tieni molto, da sempre
Mi interessa moltissimo il punto di vista delle donne. In questo senso sono stata molto influenzata da alcune scrittrici italiane come la Ginzburg o la Ferrante, e dalla loro prospettiva, innovativa e rivoluzionaria. Voglio poter portare alla luce l’esperienza delle donne, più che il loro punto di vista. E scrittrici come loro per me hanno rappresentato una vera rivelazione.

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Qual è stato il momento in cui hai realizzato di essere tu Thor?
E’ stato folle! Dopo aver visto Chris indossare il costume per così tanti anni, e poi provarne una versione su me stessa… la prima volta che ho sistemato tutto, dai polsini agli stivali, è stato piuttosto surreale. Sono grata alla Marvel e a Taika per aver pensato di scegliere un’attrice di un metro e sessanta, ebrea e madre di due bambini per trasformarsi in un supereroe biondo. E’ una idea rivoluzionaria quella di un personaggio femminile che sia insieme supereroe E astrofisica. E’ stata una grande sfida, e ho imparato molto da Tessa e Chris, che avevano molta esperienza di quel mondo.

Che viaggio è stato fino a qui, e dove arriverà in futuro?
Personalmente ho festeggiato i miei 40 anni con Thor, ed è stato un viaggio entusiasmante. 10 anni fa sarebbe stato impensabile essere Jane Foster in una produzione del genere. E anche se il film non parlava di questo, il fatto che lei fosse una astrofisica ha rappresentato una svolta. Ancora oggi sono troppo poche le ragazze che scelgono discipline STEM (quelle scientifico-tecnologiche: scienza, tecnologia, ingegneria e matematica), ed è lodevole che la Marvel abbia avviato un programma in sostegno delle ragazze che desiderino studiare queste discipline.

Quanto al futuro… non ne ho idea. Senza fare spoiler, anche noi – con Chris e gli altri – ci siamo guardati perplessi e sorpresi alla fine del film, quando succede “QUELLA COSA”, e ci siamo detti che non ne sapevamo niente!

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