Un eroe, Asghar Farhadi risponde alle accuse

A Roma per presentare "Un eroe", il regista iraniano spiega la sua reazione alle accuse sorte in seguito alla candidatura del film agli Oscar

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Un eroe di Asghar Farhadi

Già due volte premio Oscar, il regista iraniano Asghar Farhadi (Una separazione, 2011, e Il cliente, 2016) risponde alle polemiche seguite alla candidatura agli Academy Awards del suo film, Un eroe. Vincitore del Gran Premio Speciale della Giuria al festival di Cannes 2021, Un eroe uscirà nelle sale a partire dal 3 gennaio distribuito da Lucky Red.

Durante l’incontro di presentazione di Un eroe a Roma Asghar Farhadi ha spiegato le ragioni che lo hanno spinto a scrivere una vibrante lettera in risposta alle proteste suscitate dalla candidatura del film a rappresentare l’Iran agli Oscar 2022. Dopo essere stato accusato da un gruppo di fondamentalisti di aver preso posizioni troppo vaghe sulla situazione politica nel Paese, nella lettera, comparsa sul suo profilo Instagram, il regista denunciava: “Come posso essere ingannevolmente associato a un governo i cui media estremisti non hanno mai smesso negli ultimi anni di distruggermi, emarginarmi, stigmatizzarmi”. Farhadi ha ricordato anche le diverse volte in cui è stato messo sotto indagine o è stato bloccato, in entrata o in uscita alla frontiera, dal suo stesso paese per aver espresso con franchezza la sua posizione ideologica su questioni e circostanze politiche.

Fautore di un cinema fatto di dilemmi morali, ma anche di denunce sociali e politiche, Farhadi sottolineava nella lettera che sono le sue stesse opere a manifestare le sue opinioni e con grande passione concludeva dicendosi persino disposto, se necessario, a ritirarne la candidatura del film agli Oscar: “Non mi importa per me, questo è un film che ho fatto con il cuore e l’anima e se è destino resterà, altrimenti sarà dimenticato”.

A Roma il regista ha poi ulteriormente chiarito: “Ho scritto una lettera aperta per spiegare la mia posizione a chi mi accusa di essere da una parte (con il sistema) e dall’altra (contro il sistema). In questa lettera dico a chi presenta il mio film in corsa agli Oscar: se lo dovete fare per farmelo poi pesare, siete liberi di non farlo. Io sono solo uno che fa film”.

La storia di Un eroe, dramma-thriller in lingua farsi, sembra davvero rappresentare bene la controversa questione delle polemiche che hanno travolto il regista. Protagonista del film è Rahim, interpretato da Amir Jadidi, un uomo finito in disgrazia e messo in prigione a causa dei debiti contratti che non è riuscito a pagare. Durante un permesso di uscita di due giorni, insieme alla sua compagna, trova una borsa contenete un piccolo tesoro. Diviso tra il desiderio di avvantaggiarsi della fortuna e la spinta morale a restituirla al suo legittimo proprietario, commette una serie errori che lo portano ad essere prima accolto dalla società come un eroe e poi ad essere disprezzato e nuovamente accusato.

“Mi è capitato spesso di leggere nei giornali storie come questa – dice Farhadi -. Storie di persone comuni diventate improvvisamente famose per aver compiuto un gesto altruistico. Queste vicende hanno tutte qualcosa in comune. Il film non trae spunto da uno specifico fatto di cronaca, ma quando l’ho scritto avevo in mente questo genere di storie”.