La Terra dei figli intervista a Claudio Cupellini – VIDEO

Il regista di Alaska al microfono di Ciak per parlare del suo nuovo film, presentato in anteprima a Taormina 67

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Claudio Cupellini

Claudio Cupellini era destinato a girare un film tratto da La terra dei figli, la graphic novel post pandemica scritta decisamente in tempi non sospetti da Gipi, che è in sala dal 1° luglio 2021 distribuito da 01 Distribution.

Una storia ambientata in un mondo post-apocalittico, dominato dalla violenza, nel quale la società è collassata per motivi che rimangono volutamente oscuri. In questo grigio contesto un padre (Paolo Pierobon) e suo figlio di quattordici anni (Leon La Vallèe) vivono insieme su una palafitta in riva a un lago e lottano per sopravvivere in un mondo di veleni e pericoli. In una terra con pochi superstiti, il padre affida a un quaderno i suoi pensieri, ma quelle parole per il figlio sono segni indecifrabili: non sa leggere. Alla morte del genitore, il ragazzo decide di intraprendere un viaggio alla ricerca di qualcuno che possa svelargli il senso di quelle pagine.

«Nasco come fan di Gipi, avevo letto tutte le sue graphic novel. ‘La terra dei figli’ mi ha parlato, è un tipo di racconto pregno di qualità, molto vicino a ciò che cerco di raccontare quando faccio film» spiega Cupellini, che dopo l’esperienza di Gomorra – La serie e a distanza di sei anni da Alaska, torna sul grande schermo – «Nell’adattarlo ho cercato di essere prudente e rispettoso, in quanto la materia era già ben definita. Attraverso lunghe chiacchierate con Gipi sono riuscito a trovare una mia voce personale che ha portato a dei tradimenti sì, ma virtuosi, nel pieno rispetto di ciò che esisteva già».

Il rapporto padre figlio, una coppia che si forma nella necessità di sostenersi nel reciproco dolore, temi che troviamo in questo film e che Claudio Cupellini aveva già affrontato nelle sue due opere più personali, Una vita tranquilla e per l’appunto Alaska.

La terra dei figli” è un racconto di formazione

che indaga diverse tematiche interessanti, tra cui il futuro del mondo da lasciare ai posteri e l’importanza della memoria. E di questo e altro il regista ci ha parlato nell’intervista realizzata durante il 67mo Taormina Film Festival, dove il film è stato presentato in anteprima.