Vincenzo Zampa, tra i Comedians di Gabriele Salvatores

L'incontro con uno dei comici di Gabriele Salvatores che porta sul grande schermo uno dei suoi primi spettacoli teatrali

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Vincenzo Zampa Comedians
Al cinema gli è toccato in sorte il ruolo che in teatro fu di Silvio Orlando, con tutti i relativi sensi di responsabilità, ovvero quel Michele Capace che in Comedians di Gabriele Salvatores, al cinema da  giovedì 10 giugno, è un muratore pugliese che sogna i grandi palcoscenici, pronto ad arrivarci con onestà.
Ma ad aiutare Vincenzo Zampa, pugliese, classe 1984, scuola teatrale, gavetta in tv, già diretto dal regista premio Oscar nel film Il ragazzo invisibile, sono state le loro affinità elettive.
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Intervistato da Ciak, l’attore confessa:
«La responsabilità c’è, magari poi avessimo la stessa carriera. La differenza principale tre i nostri personaggi è di carattere geografico, Silvio è napoletano, io sono pugliese, l’affinità tra i due è la voglia di riscatto del Meridione che arriva al Nord. Non è la macchietta, Michele Capace è un personaggio umano, con i suoi sogni e un forte desiderio di rivalsa rispetto alla sua condizione culturale e economica.  E’ un uomo con la testa rivolta al Nord, ma con il cuore che pompa il sangue al Sud».
Diretto da Gabriele SalvatoresComedians, è la storia di sei aspiranti comici stanchi della mediocrità delle loro vite che, al termine di un corso serale di stand-up, si preparano ad affrontare la prima esibizione in un club. Tra il pubblico c’è anche un esaminatore, che sceglierà uno di loro per un programma televisivo. Per tutti è la grande occasione per cambiare vita, ma ognuno sale sul palco con un grande dilemma: rispettare gli insegnamenti del proprio maestro, devoto a una comicità intelligente e senza compromessi o stravolgere il proprio numero per assecondare il gusto molto meno raffinato dell’esaminatore?
Vincenzo zampa Comedians
«Benché scritta negli anni ’70 è una commedia di estrema attualità – sottolinea Zampa – Il film riflette sul significato di cos’è comico, è profondamente radicato con quello che succede nella realtà quotidiana, da Aristofane in poi la satira ha sempre preso in giro il potere, l’ironia anche cattiva deve esser fatta con rispetto, perché anche una semplice  battuta può ferire.  Comedians fa ridere, ma fa anche molto riflettere»

Dopo molto tribolare, per via del Covid, il film finalmente esce nelle sale. Vincenzo Zampa, emozionato?

«È come fare un debutto al teatro, come buttarsi da uno scoglio molto alto, è quel brivido lì. La  gente ha bisogno di andare al cinema e al teatro, vuole vedere qualcosa dal vivo, sarà bello vedere la reazione del pubblico. Per noi è stato difficile lavorare in quelle condizioni, girare in piena pandemia, con tutti i protocolli e i controlli. Eppure quelle restrizioni hanno contribuito a farci diventare un gruppo. Abbiamo usato le due settimane prima di girare,  quelle di quarantena da protocollo, per provare, naturalmente facendo sempre tamponi. Abbiamo lavorato come se provassimo uno spettacolo teatrale, una cosa molto rara al cinema».

Piefrancesco Favino ai David di Donatello ha chiesto che il cinema diventi una materia scolastica.  E’ d’accordo?

«Sì sono d’accordo, il cinema nelle scuole deve essere una materia insegnata da chi lo fa di mestiere».

I giovani nonostante le serie televisive amano ancora il cinema, ma portarli a teatro è difficile…

Purtroppo c’è questa concezione strana del teatro, ovvero se ci vai ti annoi.  Da ragazzo ricordo di aver visto con la scuola un Pirandello pesantissimo. La voglia di farlo poi mi è venuta guardando i miei compagni di classe che facevano un laboratorio teatrale e si divertivano. Da timido e introverso, il teatro mi ha aiutato e potrebbe aiutare tanti ragazzi, che passano le giornate su Internet e fanno aperitivi virtuali. Trovo che incontrarsi su Zoom sia un ossimoro.

Com’è Gabriele Salvatores come regista?

Ha un profondo rispetto per gli attori e soprattutto l’umiltà di ascoltarli. Sono cresciuto con i suoi film, faccio questo mestiere dopo aver visto Tournee del 1990 con Fabrizio Bentivoglio. Gabriele ti fa fare questo mestiere non per vana gloria personale, ma per amore del mestiere in sé.

Quale sarà il suo prossimo impegno?

A gennaio finalmente debutta in teatro il Moby Dick di Orson Welles, con la regia di Elio De Capitani con Marco Bonadei, con cui ho da sempre un forte legame artistico, perché siamo diversi, ma complementari.