A Quiet Place – Un posto tranquillo, un gioiellino d’altri tempi

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A Quiet Place, USA, 2018 Regia John Krasinski Interpreti Emily Blunt, John Krasinski, Noah Jupe, Millicent Simmonds, Leon Russom, Cade Woodward Distribuzione 20th Century Fox Italia Durata 1h e 30′

Al cinema dal 5 aprile 2018

Ciechi, mostruosi e ferocemente spietati e con un super-udito. Gli alieni che hanno invaso la Terra – siamo nel 2020 – eliminano tutto ciò che sentono, per questo la famiglia di Lee ed Evelyn è riuscita a sopravvivere: sta in campagna, si muove a piedi scalzi, si esprime nel linguaggio dei sordomuti anche per farsi capire dalla figlia maggiore Regan. Ogni giorno sopravvivere è un’impresa, anche se dobbiamo dire che gli Abbott si mostrano ben attrezzati, ma cosa accadrà quando, nel giorno 472 dal giorno dell’Apocalisse, la donna dovrà partorire? Perché come si fa a non far piangere un neonato?

“Rimanete in silenzio, rimanete vivi!” è lo strillo di un quotidiano (evidentemente uno degli ultimi ad essere stampato). Con questa bella idea di base, magari non credibile (è dura invadere lo spazio più ciechi di Ray Charles!) ma ben sviluppata nelle sue conseguenze (nota di merito alla coppia di sceneggiatori Bryan Woods e Scott Beck), l’attore John Krasinsky qui alla sua terza regia realizza quel fanta-horror tutto suspence e dettagli psicologici che non riesce a tanti blockbusters lanciati per la maggiore. Certo dobbiamo dare ampio credito alle premesse, sospendere l’incredulità, ma quelle creature (sembrano mostri da videogames, magari provenienti da Silent Hill) tutto velocità, rostro Alien e zampe lunghe e appuntite, creano la giusta impressione (e i rumori improvvisi, amplificati dai tecnici del suono, fanno sobbalzare ogni platea).

A quiet place - Un posto tranquillo

Come spettatori ci sembra così di fare un delizioso balzo temporale all’indietro, agli ’80-’90, quando il genere permetteva gioiellini apparentemente senza pretese ma veloci e precisi come un proiettile da trasformarsi in cult (ricordate certi Carpenter o Predator?). Aggiungiamoci che poi manca quello che altrove avremmo definito il guilty pleasure della recitazione trucida: Krasinski – che già sullo schermo è, specie se piccolo, capace di suo (The Office, Jack Ryan) si affianca nientemeno che a sua moglie, che poi altri non è se non la lanciatissima Emily Blunt (Il diavolo veste Prada, Sicario e prossimamente neo Mary Poppins), qui madre ansiosa e disperata ma anche tosta, proprio come una creatura del ricordato John Carpenter. Curiosità: la giovanissima Millicent Simmons, al suo secondo film dopo La stanza delle meraviglie di Todd Haynes (lo vedremo prima o poi, per me è delizioso), sorda lo è davvero ma è anche estremamente espressiva. Infine, altro punto in più per noi nostalgici, la coppia balla sulle note di Harvest Moon di Neil Young, come si fa a non amarli?