BLACK MASS – L’ULTIMO GANGSTER

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Black Mass, Usa, 2015 Regia Scott Cooper Interpreti Johnny Depp, Joel Edgerton, Benedict Cumberbatch, Dakota Johnson, Kevin Bacon, Peter Sarsgaard Distribuzione Warner Durata 2h e 02’ 

In sala dal

8 ottobre

Psicopatico, paranoico e spietato, l’irlandese (d’origine) Whitey Bulger lo è, ma è anche furbo. Infatti dal sottobosco della Boston anni ’70 emerge legandosi a un patto con l’FBI: informazioni per eliminare l’imperante mafia siciliana che sta infestando la città. Così lui diventerà nei decenni un boss di livello assoluto, addirittura uno dei più temuti di tutta la nazione, mentre il suo compare di quartiere e amico d’infanzia John Connolly farà invece brillante carriera nella legge.

Storia vera e assurda – catturato nel 2011, Bulger era nella famosa lista dei più ricercati d’America –  il film è un solido gangster movie, impreziosito da un cast di duri da schermo, vecchi e nuovi, di primo e di secondo piano, cui però manca quel tocco in più per trascendere a titolo epocale e davvero significativo. Legato alla catena dei fatti – che al regista Scott Cooper (già attento alle atmosfere urbane nel suo precedente Out of the Furnace e con un debutto apprezzato come Crazy Heart) deve essere sembrato già sufficiente per avvincere e stupire con scandalo etico – Black Mass tende a non uscire dal docudramma, sia pure violento e ridondante, sceneggiato da Mark Mallouk e dal londinese Jez Butterworth, altrove regista, da un libro di Dick Lehr e Gerard O’Neill. Nel suo scorrere cronologico, pare infatti schivare tagli espressivi e punti di vista troppo personalistici e potenzialmente soggettivi (eh sì che le occasioni c’erano: dagli strani rapporti sentimental-sessuali all’incredibile correlazione tra i due fratelli, uno assassino criminale l’altro senatore; dal delirio psicopatico di Bulger alla guerra delle gang per il territorio). In altre parole, si evoca Scorsese (inevitabile d’altra parte) o un pochino De Palma, ma poi non si sposa la loro vocazione alla rilettura, alla trasfigurazione, a costruire un affresco simbolico e generale, partendo dalla banalità della violenza. Torniamo però al cast che è di sicuro affidamento. Più di un comunque valido Johnny Depp che ha ormai ingaggiato una sua personale battaglia con la leggenda Lon Chaney su chi si trucca e si rende irriconoscibile di più sul set (qui è spelacchiato, con lenti a contatto celesti e incisivo guasto), si ammirano gli altri, un Joel Edgerton che potrebbe tranquillamente apparentarsi a un Harvey Keitel più giovane, un Benedict Cumberbatch sempre strano e intrigante, un Kevin Bacon in ruolo macho e decentrato (per citare i più noti).

 

Massimo Lastrucci