Boris 4, la recensione della serie cult «non troppo italiana»

La quarta stagione di Boris, presentata all'ultima Festa del Cinema di Roma, è disponibile in 8 episodi dal 26 ottobre su Disney+

0

Dopo tre stagioni di successo e un film scritti con il compianto Mattia Torre, Giacomo Ciarrapico e Luca Vendruscolo tornano a scrivere e a dirigere Boris con la tanto agognata quarta stagione disponibile in 8 puntate dal 26 ottobre su Disney+, prodotta da Lorenzo Mieli per The Apartment, società del gruppo Fremantle.

I fan della serie ritroveranno tutti i personaggi e tante new entry. Sono passati più di dieci anni e tutto è cambiato: Gli occhi del cuore è finito da tempo e René Ferretti (Francesco Pannofino) si ritrova alle prese con una nuova realtà, quella delle piattaforme, e con un nuovo progetto prodotto niente meno che da Stanis La Rochelle (Pietro Sermonti) e Corinna Negri (Carolina Crescentini) con la loro SNIP (so not italian production), che prende il nome da uno dei tormentoni delle prime tre stagioni di Boris, e che nel frattempo si sono anche sposati. La serie in questione è Vita di Gesù e il protagonista sarà lo stesso Stanis ormai 50enne e quindi già di per sé fuori parte. Ma l’universo di Boris (e la realtà) ci ha abituati davvero a tutto. Tante le novità e i colpi di scena (che non vi sveliamo) come Alessandro (Alessandro Tiberi), diventato da “schiavo” maltrattato responsabile della piattaforma europea che dovrebbe approvare e produrre Vita di Gesù. Gli ostali come sempre saranno tanti e a pagarne le conseguenze sarà la qualità.

Il bersaglio non è più la tv generalista italiana ma le piattaforme internazionali, quelle che ogni giorno, tra tanti titoli di altissima qualità, ci propinano serie dal dubbio gusto, frutto dell’Algoritmo, volutamente scritto con la a maiuscola, una sorta di nuovo Dottor Cane in Boris 4, che decide i contenuti delle puntate privilegiando l’inclusione, la standardizzazione, il politicamente corretto anche se a risentirne sarà la stessa riuscita del prodotto. Un gioco da ragazzi per i tre sceneggiatori (Valerio Aprea, Andrea Sartoretti e Massimo Di Lorenzo) che torneranno a far impazzire René con i loro assurdi espedienti e risvolti di trama: per Vita di Gesù si scateneranno con intrecci teen, apostoli “non tutti necessariamente caucasici”, Giuda magari gay e “diversity” sparsa.

Boris quindi si rinnova, parla con coerenza del presente mantenendo lo stesso piglio graffiante ed esilarante che ha conquistato una grande fetta del pubblico italiano, diventando in poco tempo un vero e proprio cult. Tante le trovate, i risvolti divertenti, ed efficace è lo sviluppo dato a ciascun personaggio che rispecchia la realtà, come la tendenza di molti attori a diventare produttori come fanno Corinna e Stanis, o l’avanzamento di carriera di chi ha fatto tanta gavetta come Alessandro pur rimanendo, in un modo diverso, uno “schiavo”. Vediamo, per esempio, Biascica alle prese con il codice etico sul set, che gli impedisce di maltrattare come in passato i suoi sottoposti, ed è tutto da ridere, Duccio Patané (Ninni Bruschetta) che ha fatto fortuna a Bollywood, e Corinna che per la prima volta sul set sarà capace di stupire René e Arianna (Caterina Guzzanti).

Guarda qui le nostre videointerviste d’approfondimento ai registi e al cast di Boris 4

Un “revival” che non deluderà, frutto della maestria e dell’acutezza dei due sceneggiatori e registi Luca Vendruscolo e Giacomo Ciarrapico che non smentiscono il loro talento, tengono alta la qualità (a differenza di quello che raccontano nella finzione) e il nome del loro collega Mattia Torre al quale fanno nella serie un bellissimo e toccante omaggio.

RASSEGNA PANORAMICA
VOTO
boris-4-la-recensione-della-serie-cult-non-troppo-italianaDopo tre stagioni di successo e un film scritti con il compianto Mattia Torre, Giacomo Ciarrapico e Luca Vendruscolo tornano a scrivere e a dirigere Boris con la tanto agognata quarta stagione disponibile in 8 puntate dal 26 ottobre su Disney+, prodotta da Lorenzo...