“CAPTAIN FANTASTIC”: IL NOSTRO COLPO DI FULMINE

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Id. Usa, 2016 Regia Matt Ross Interpreti Viggo Mortensen, George MacKay, Samantha Isler, Annalise Basso, Kathryn Hahn Distribuzione Good Films Durata 1h e 58’

In sala dal 7 dicembre 2016

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IL FATTO – Ben sta educando i suoi sei figli nel nome dell’utopia più radicale. In una foresta nello stato di Washington, li cresce allenando il loro fisico e la loro mente ai massimi livelli possibili di consapevolezza, conoscenza e vigoria. Ma quando la moglie Leslie, ricoverata per schizofrenia, si uccide, il capofamiglia dovrà prendere una decisione che avrà molte conseguenze: andare al funerale in New Mexico per cercare di far rispettare le di lei ultime volontà e rischiare così di essere imprigionato come gli ha minacciato il suocero? O rimanere “a casa” scontrandosi con la volontà dei figli e umiliando la sua filosofia? Oltretutto qualcuno dei ragazzi comincia inevitabilmente a mettere in discussione la sua leadership.

L’OPINIONE – Ogni tanto, come una cometa, un bolide fiammeggiante attraversa e illumina il cielo monotono e prefabbricato del cinema che viene da oltre Atlantico. E ci ricorda che gli Stati Uniti sono anche la culla e la radice delle più elevate e libertarie utopie. In Captain Fantastic Ben (magnifico Viggo Mortensen) è un esempio vivente del più puro spirito pacifista, antagonista e hippie. Sino ai rischi del donchisciottismo o del ribellismo autolesionista. E ha dei figli meravigliosamente anticonformisti anche se il suocero (un altrettanto magnifico Frank Langella) lo accusa: “sono un fenomeno da baraccone per colpa tua”.

Del resto loro non festeggiano il Natale ma il compleanno di Noam Chomsky (insigne linguista ed elemento di spicco della sinistra americana), leggono I fratelli Karamazov, Armi acciaio malattie, Middlemarch e Lolita commentandoli con profondità e passione, girano tranquillamente armati di coltelli e archi e cacciano per cibarsi, parlano di trotskismo e della Carta dei Dirittti, ignorando la Coca Cola e i videogame.

Ma si può vivere sempre “contro” nel nome di quel che è giusto? Matt Ross (attore, sceneggiatore, produttore, alla sua seconda regia di lungometraggi dopo 28 Hotel Rooms) racconta in forma di commedia la (quasi) impossibilità dell’utopia, senza particolari ghiribizzi di stile (la storia, se radicale nei contenuti scorre comunque in maniera piuttosto tradizionale), dolce ma mai “evasiva”, tratteggiando personaggi perlomeno insoliti nel teatrino dei tipi cinematografici, forte della partecipazione felice e convinta da parte di tutto il cast (segnaliamo per inciso anche la performance del giovane George MacKay – già in Pride – nel ruolo del primogenito, decisamente un attore da tenere d’occhio per il futuro).

Captain Fantastic è un gioiello di grazia, controcultura e spirito alternativo, con una colonna sonora “giusta” – da Scotland the Brave che Ben suona con la cornamusa a I Shall be Released di Bob Dylan sui titoli di coda – e che ha entusiasmato ovunque, a partire dai critici a Cannes (premio per la regia, sezione Un Certain Regard) per proseguire con i pubblici di Deauville (premio) e del recente Roma Film Fest (premio del pubblico).

Massimo Lastrucci

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