“Cattivissimo Me 3”, il ritorno dei Minions: la recensione

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Despicable Me 3 USA, 2017 Regia Kyle Balda, Pierre Coffin Distribuzione Universal

 

Al cinema dal 24 agosto 2017

IL FATTO – Al rinnovato Gru non gliene va bene una. La compagna Lucy lo vorrebbe nella Lega Anticattivi, ma quando il micidiale Balthazar Bratt, ex teen idol della tv degli ’80 accantonato dai media dopo l’adolescenza e ora supercattivo assetato di vendetta, ruba un enorme diamante (utile ai suoi apocalittici scopi) il povero Gru viene accusato di inefficienza e conseguentemente messo in disparte. Annoiato casalingo e contestato dai suoi stessi Minions che lo vorrebbero come un tempo impegnato a escogitare colpi diabolici, scopre un giorno, clamorosamente, di avere un biondocrinito gemello, ultramiliardario, imbranato e piacione che coltiva a sua volta un progetto tutto suo: imitare padre (già) e riportare (anche lui!) Gru sulla strada della criminalità. Come resistere alle tentazioni, soprattutto quando c’è ancora il folle Balthazar da catturare?

L’OPINIONE – La trama è arruffata, praticamente tre o quattro filoni a incrociarsi e fondersi là sul finale (c’è anche una delle figliolette che cerca l’unicorno e i Minions mandria in fuga per gli States a combinare guai), in pratica l’ideale per una sparatoria di gag a ritmi serrati, in cui il divertente si mescola al già visto e l’invenzione improvvisa e fulminante allo schema consolidato. Ma il centrifugato di musical, spy story, action, soap opera, commedia è talmente sul suo ritmo che tutto o quasi gli si perdona. Pierre Coffin – che non è americano ma francese, non dimentichiamolo – è stato (momentaneamente?) abbandonato da Chris Renaud (lanciatosi su Pets e ora su Pets 2) e si fa aiutare in questo terzo capitolo della saga (spin off sui Minions escluso) ancora da Kyle Balda (Lorax, Minions). Come sempre ha mente felicissima nel concepire i caratteri dei personaggi, dal segno sempre molto caricaturizzato e in qualche modo legato al mondo dello schermo e i suoi film sono totalmente derivati dall’immaginario del più rumoroso cinema pop di questi decenni.

Ma come si fa a non ridere allo show canoro sul palco dei Minions o alla performance del perfido Balthazar (doppiato in Italia da Paolo Ruffini, mentre Gru ha la voce di Max Giusti), così concentrato dello stupidario ’80 da trascendere i confini dell’avversario buffo e funzionale per diventare quasi un saggio del pop nostalgico (abbigliamento, armi e preferenze musicali comprese)? Insomma in questa terza avventura di Gru, se vogliamo piuttosto scombiccherata, c’è anche tanta erudizione pop sciorinata lì davanti ai nostri occhi tutta per il nostro godimento (vedi la colonna sonora), ma imbandita con la souplesse e l’understatement che solo i raffinati umoristi possiedono.

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