Dal 3 ottobre c’è un nuovo titolo italiano nel catalogo di Amazon Prime Video, Credimi!, il film indipendente della foggiana Luna Gualano, prodotto da Daniele Moretti e Dream Film con Amanita Media e distribuito da Direct to Digital. Un’occasione di recuperare una dimensione diversa e ‘comune’ all’interno di un genere molto di moda, che la regista ha vissuto come una sfida: quella di riuscire a trovare “un punto di contatto e un linguaggio a cavallo tra il mio background e le esigenze di un film rivolto alle famiglie, godibile sia per i giovani che per i loro genitori”. In questo caso, approfittando del fumetto di Stefano Pontecorvi – in arte Ponzzz – adattato fedelmente per lo schermo.
IL FATTO: Vittoria è una madre single con una vita difficile, un ex compagno violento, e un lavoro in un bar con un proprietario molesto. L’unica sua gioia è il figlio di dieci anni Salvatore, grande appassionato di supereroi. Salvatore plasma la dura realtà che li circonda immaginando sé stesso come parte delle avventure di Astroman, idolo della sua web serie preferita. Un moderno Superman che non indietreggia davanti ai problemi e che si rapporta al mondo con frasi fatte. Madre e figlio, affrontano il mondo e le sue criticità con l’aiuto di una potente e invisibile alleata: la fantasia.
LEGGI ANCHE: Credimi!, Astroman e il piccolo Salvatore nel trailer dell’indie italiano
L’OPINIONE: Tra tanti SuperHero Movie e adattamenti da fumetti più o meno famosi, fa piacere assistere a un tentativo italiano di realizzare un ‘indie‘ nostrano costruito per trovare una via personale nel genere. Una storia che probabilmente trova nella sua scansione in tavole – quelle del fumetto di Ponzzz, appunto – la sua forma più adeguata. La fantasia, che costituisce la difesa del piccolo Salvatore contro un mondo ipocrita e difficile, è la stessa che chiunque troverebbe difficoltà a tradurre in immagini soddisfacenti, e che qui viene richiesta in abbondanza agli spettatori per ovviare a qualche debolezza nella rappresentazione. Inevitabili, visti il “budget ridotto” e “solo quattro settimane a disposizione, durante un periodo in cui la pandemia era al suo culmine” per girare, come ricorda la stessa regista (oltre che montatrice di La santa piccola e Tapirulan). La vedremo prossimamente in La guerra del Tiburtino III, che sta girando, e nel quale si spera possa contare su maggiori mezzi e una sceneggiatura più equilibrata, per mettere a frutto l’esperienza fatta. Nella quale l’urgenza di raccontare – qui la “parte più buia di noi stessi”, con la speranza di “risvegliare il supereroe che è in ognuno di noi” – non produca una raccolta di temi molto attuali, sui quali è giusto non restare in silenzio, ma che forse non offre molto più che un’alternativa da mostrare a una generazione in overdose da cinecomic.
SE VI È PIACIUTO GUARDATE ANCHE… Il Copperman di Luca Argentero e il meno celebrato Antboy del 2013, due ulteriori – e analoghi – esempi di quanto sia necessario un coraggio non comune per affrontare la vita di tutti i giorni, anche con la fantasia