Stavolta siamo nel 2016, quattro anni dopo gli eventi della prima stagione e al tempo del referendum sulla Brexit e delle elezioni americane: Massimo (Alessandro Borghi) è rimasto Ceo della Nyl, nonostante lo sforzo per sventare l’attacco del suo ex mentore Dominic (Patrick Dempsey) contro l’euro, gli sia costato caro anche a livello personale. E, in un quadro di tensioni crescenti con la proprietà, si è lanciato in una politica di acquisizioni filocinesi, facendo entrare dalla Cina sia investitori sia manager. Ma Dominic lo avverte: i nuovi partner cinesi sarebbero pronti a tradirlo per perseguire una silenziosa guerra fra Cina e Usa per il controllo dei dati di milioni di persone. Massimo dovrà allearsi con Dominic? Una domanda che fra piattaforme social, Bitcoin e 5G rimarrà aperta fino al 2020: nel mezzo della pandemia globale, Massimo capirà da che parte stare.

L’OPINIONE
Il caratteristico stile sincopato, moderno, elegante è lo stesso della prima stagione. Ma queste otto nuove puntate di Diavoli, dai romanzi di intreccio spionistico-finanziario di Guido Maria Brera, sembrano possedere come una maggiore forza, dovuta sia alla solidità della trama, sia all’attrattiva offerta da vicende più vicine a noi, come la Brexit, l’esplosione dei Bitcoin, la lotta tra Cina e Usa per il controllo del mondo finanziario internazionale, l’incrocio tra pandemia e guerra delle app per il controllo dei dati. Diavoli convince, e appassiona, offrendo, tra finzione e riferimenti alla realtà, come un dietro le quinte di avvenimenti che hanno inciso profondamente sulle nostre vite e le nostre tasche. Anche il risvolto giallo, presente pure in questo caso, ha maggiore solidità e risulta credibile.
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La prima stagione di Diavoli, per gli intrecci tra finanza e politica internazionale, le sei stagioni di Billions per cogliere le dinamiche, il cinismo e gli stili di vita degli appartenenti al gotha della finanza. Entrambe su Sky e Now.