FRANCOFONIA

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Le Louvre dans l’Occupation Francia/Germania 2015 Regia Alexandr Sokurov Interpreti Louis-Do de Lencquesaing, Benjamin Utzerath, Vincent Nemeth Distribuzione Academy Two Durata 1h e 30′

In sala dal 

16 dicembre

La storia di come l’inedita e sottintesa (cioè mai conclamata o ammessa) alleanza/convergenza spirituale di due personalità ugualmente votate all’amore per la cultura e l’arte, ovvero il direttore del Museo del Louvre Jacques Jaujard e il nazista conte Wolff-Metternich, l’incaricato per conto degli invasori tedeschi della gestione dei beni francesi durante l’occupazione, riuscì a salvare un immenso e inestimabile patrimonio museale dalla dispersione o predazione.

Realizzato su commissione, Le Louvre dans l’Occupation (questo il titolo in originale che spiega tutto), offre in realtà il destro al prolifico Alexandr Sokurov (quasi 60 titoli in una carriera che parte dal 1974) per una sua rapsodia divagante sul tema dell’Arte Occidentale come valore fondamentale e i suoi rapporti con l’autoritarismo del Potere. Così accanto allo svolgersi della storia, deliziosamente esposta e anticata come se fosse un filmino a colori degli anni ’70, con gli attori Louis-Do de Lencquesaing e Benjamin Utzerath sia perfettamente compresi nel ruolo sia esplicitamente consapevoli del loro essere ripresi, si aggiungono incursioni kitsch di un Napoleone Bonaparte egotico e una Marianne con berretto frigio che esclama a ogni piè sospinto «Liberté, egalité, fraternité ». In più lo stesso regista commenta (con voce doppiata in italiano di Umberto Orsini, con effetto declamatorio involontariamente vintage) e segue, via videotelefono internet sempre interrotto, l’odissea di una nave piena di container di reperti artistici in rovinosa balia dei marosi dei mari del Nord. Francofonia – segnalato particolarmente dal Sindacato Nazionale Critici Cinematografici Italiani – produce un duplice effetto: tanto emotivo e coinvolgente quando ricama sulla colonna vertebrale della storia quanto ridondante nel suo farsi filosofia e ideologia. Gli echi tronfi e artificiosi di Arca russa riverberano, accompagnati per fortuna anche da quelli dei suoi documentari (spesso dei capolavori) e dei suoi film più felicemente risolti (Moloch, Toro, Il Sole).

Massimo Lastrucci