GEMMA BOVERY

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id., Francia, 2014 Regia Anne Fontaine Interpreti Fabrice Luchini, Gemma Arterton, Jason Flemyng Sceneggiatura Anne Fontaine, Pascal Bonitzer, Posy Simmonds Produzione Philippe Carcassonne, Mathieu Tarot Distribuzione Officine Ubu Durata 1h e 39′

Martin è un parigino bohémien riciclatosi come panettiere in un paesino della Normandia, dove vive da sette anni. La sua antica passione per la letteratura si risveglia quando i nuovi vicini di casa, gli inglesi Bovery, sembrano seguire lo stesso tragico destino dei protagonisti del romanzo di Flaubert, il suo preferito tra tutti i classici. Entusiasta di questa incredibile coincidenza, Martin comincia a intromettersi nella vita della coppia, affascinato dalla bellezza di Emma, che incarna perfettamente la sua eroina.

Tratto dall’omonima graphic novel della scrittrice e illustratrice inglese Posy Simmonds (la stessa di Tamara Drew di Stephen Frears, sempre con la Arterton) e scritto dalla Fontaine con Pascal Bonitzer, Gemma Bovery è una storia di pane, amore e fantasia. Ma quest’ultima può giocare brutti scherzi e la regista ci gioca su rivisitando ironicamente il capolavoro di Flaubert, che ha trasformato la sua eroina in un archetipo letterario e cinematografico. La Fontaine (dopo il grottesco Two Mothers) torna a indagare le leggi del desiderio con una commedia popolare e colta al tempo stesso che ruota intorno alla morbida Gemma Arterton e al ruvido Fabrice Luchini (alle prese con altre ossessioni letterarie in Molière in bicicletta di Philippe Le Guay e in Nella casa di François Ozon), deciso a manipolare i destini dei suoi “personaggi”, ma viene beffardamente ingannato dalla sua stessa ossessione e deluso da un epilogo tutt’altro che nobile. Il finale poi è un vero colpo di genio.

Alessandra De Luca