GHOSTBUSTERS

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Dopo un libro pubblicato insieme sui fantasmi, Abby Yates (Melissa McCarthy) e Ering Gilbert (Kristen Wiig) si ritrovano, affiancate da Jillian Holtzmann (Kate McKinnon) e Patty Tolan (Leslie Jones), a dare la caccia agli spettri della Grande Mela, liberati da un pazzoide sociopatico con l’obbiettivo di conquistare il mondo.

A New York sono ritornati gli spettri. O forse, non se ne sono mai andati. Del resto, nella città delle luci, dove tutto e più di tutto può accadere, non è nemmeno una cosa strana che, dopo trent’anni, faccia la ricomparsa quell’iconico logo con il fantasmino, magari sui muri della metropolitana, a dirci che, in fondo, ogni generazione ha bisogno dei propri miti. E poco importa se i miti di oggi – e non ci riferiamo solo a Ghostbusters – siano legati ai miti di ieri, venendo riscritti e raccontati alle nuove generazioni in modi semplicemente diversi, magari più attuali. Del resto, tutto il clamore prematuro e cattivo che ha anticipato l’operazione omaggio-reboot di Paul Feig, accompagnandone l’intera campagna promozionale, verrà ricordato come un tentativo (mal riuscito) di screditare un film che, invece, di così tremendo o inappropriato non ha nulla, anzi.

Certamente, il nuovo Ghostbusters deve la sua integrità al film del 1984 di Ivan Reitman (qui produttore), pur aggirandone l’aurea per divenire, grazie alla voglia di Feig, alla sceneggiatura di Kate Dippold e, soprattutto, alle sue nuove quattro e tostissime interpreti – le bravissime e mai banali Melissa McCarthy, Kristen Wiig, Kate McKinnon e Leslie Jones –, un film a sé, con le sue regole, il suo marchio, il suo linguaggio, che intreccia humour, rivalsa femminile (era ora!) e la più tipica commedia, con un indispensabile dose di fantasmi, ectoplasmi, zaini protonici e assistenti bislacchi (un Chris Hemsworth che non si prende affatto sul serio), a ricordarci che nel mondo (non solo dei Ghostbusters) ci può (e ci deve) essere spazio per tutti. Così come deve esserci spazio per tutti nel calderone del cinema, dato che operazione del genere, dimenticando per un attimo da dove vengono e scaricando i pregiudizi, allargano lo spettro (per restare in tema) cinematografico del nuovo pubblico, che potrà rivivere con queste quattro eroine le stesse magiche sensazione di chi è cresciuto canticchiando un ritornello immortale.