Dopo il grande successo del primo film, arriva l’immancabile sequel per Knives Out, il primo di almeno due. Glass Onion – Knives Out segna il ritorno di Benoit Blanc, il più grande investigatore del mondo, che in pieno Covid si ritrova catapultato su un’isola greca per indagare su un mistero che si moltiplicherà inaspettatamente.
Tutto comincia quando delle misteriose scatole contenenti una serie di enigmi vengono spedite a quattro influenti personaggi del mondo della scienza, della politica, dell’intrattenimento e del mondo digitale. Amici di vecchia data, la soluzione degli enigmi farà loro accedere all’invito di cui la scatola è la complessa busta. Si ritroveranno quindi a passare un weekend sull’isola del visionario magnate Miles Bron, anche lui parte della comitiva e mentore e benefattore di tutti e quattro.
Alla congrega si aggiungono anche l’ex socia di Bron, Andi Brand, e lo stesso Benoit Blanc. E con la presenza di quest’ultimo in una sfarzosa villa in mezzo al mare, è lecito attendersi di tutto.
Rian Johnson prosegue le sue riflessioni sul genere “whodunnit” che risalgono già all’inizio della sua carriera con il teen noir Brick. Blanc è una sintesi di molte suggestioni cinematografiche e letterarie, da Hercule Poirot a Ellery Queen, interpretato magistralmente da Daniel Craig che riveste i panni del personaggio in questo nuovo mistero, ampliandone gli orizzonti.
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Come il precedente film, e come il genere impone, il punto di forza di Glass Onion – Knives Out è il cast dei sospetti e delle potenziali vittime, capitanato da un Edward Norton in ottima forma e in una versione leggera che assai gli si addice. Di fatto è anche l’unico in grado di tenere testa a Craig, che una volta scrollatosi di dosso il fantasma di James Bond non vedeva l’ora di poter tornare a esplorare il suo mestiere con gioiosa libertà.
Blanc è un personaggio dalle grandi potenzialità, a cui però Johnson dovrebbe riservare delle sceneggiature dalla struttura più classica. Glass Onion soffre di un accumulo di situazioni e di intrecci che appesantiscono la narrazione e fanno perdere il filo del racconto, togliendo interesse a l’unica cosa importante in un film di questo genere: la soluzione del mistero. Ne viene fuori quindi una parata di stelle, in cui brilla soprattutto Kate Hudson, insieme a Norton e Craig quella che meglio si mette a disposizione della storia e dei colleghi.
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Non si può dire molto di più di un film che fa del non svelamento del mistero il suo primario punto di forza. Ryan Johnson si diverte a disseminare sontuosi cameo (anche autopromozionali) e uno di questi è senza dubbio la sorpresa più grande di Glass Onion, tradendo di fatto i limiti del prodotto corrente, dato che riguarda il personaggio di Blanc già proiettato in un ipotetico futuro.
Glass Onion – Knives Out è una vacanza, in tutto e per tutto. Intrattenimento godibilissimo se preso per una innocua commedia che vuole fare anche un po’ di satira sui tempi folli che viviamo, una tendenza comune a molti film del momento (leggi The Menu e Triangle of Sadness, ma con toni ben più, o ancor più, a seconda dei punti di vista, semplicistici).
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Se quello che stavate cercando era un mistero da risolvere, allora rivolgetevi altrove.