Pulcinella è donna e lotta insieme a noi. Dai libri di Massimo Torre al film di Edoardo De Angelis

Annunciato al Premio Solinas, a La Maddalena, uno dei prossimi film di Edoardo De Angelis ispirato alla fortunata saga di Pulcinella scritta da Massimo Torre.

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C’è un nuovo giustiziere in città: è Pulcinella. È tornato nel cuore di Napoli, al rione Sanità, per combattere l’ingiustizia di potenti e camorra a colpi di canzonature e prese in giro, un po’ come una sorta di super eroe dal potente sberleffo. Ma sarebbe meglio dire è tornata, perché stavolta Pulcinella è donna, in perfetta sintonia con l’onda #MeToo.

Lo sarà infatti nella versione cinematografica firmata da Edoardo De Angelis, che andrà in lavorazione nel 2021 (salvo complicazioni di questi complicati tempi). Al momento c’è la sceneggiatura scritta a quattro mani dal regista de Il vizio della speranza e da Massimo Torre, sceneggiatore e scrittore, meglio il papà di questo Pulcinella in versione 2.0 e antagonista che popola la fortunata saga letteraria targata e/o.

Tre romanzi (a partire dal 2014) e un quarto in arrivo in cui la celebre maschera, di cui Torre è stato nel tempo appassionato studioso fin da ragazzo (cominciando dalle stesse commedie di Antonino Petito, il più celebre dei Pulcinella), ritrova i suoi caratteri originari. Non più servo sciocco, ma personaggio vitale (e filosofeggiante) che proprio contro il potere che rende servi si scaglia, riportando vantaggio al popolo maltrattato dai padroni.

Il suo è un invito esplicito ad alzare la testa contro i soprusi dei potenti: i boss della camorra (Chi ha paura di Pulcinella, 2014); i poteri occulti – leggi multinazionali – che della camorra si servono (Uccidete Pulcinella, 2015); lo stesso Vaticano (La giustizia di Pulcinella, 2017), fino al cuore del potere globale, Wall Street dove il nostro eroe – ci confida lo stesso scrittore napoletano – arriverà a bordo del suo sommergibile nell’ultimo capitolo della saga, prossimamente in libreria.

Sotto le umane spoglie di Puccio Aniello, di professione “tuttaio” – nella sua bottega nel rione Sanità pratica la resistenza al consumismo aggiustando qualunque cosa – il Pulcinella di Massimo Torre (sceneggiatore di popolari serie tv e di un piccolo film culto come Elvjs e Merilijn) è un abile hacker, come nessun altro sa entrare nei computer dei criminali, è veloce come il vento nel muoversi attraverso i tunnel della Napoli sotterranea, è un maestro di arti marziali ma non ha super poteri. È un po’ come “Batman – spiega lo scrittore -, è dotato di una tecnologia sofisticata e la sua vera arma è lo sberleffo. Quando hai tolto autorevolezza al potere l’hai colpito al cuore”.

Mentre il cuore di Pulcinella resta quello puro di chi sta dalla parte dei deboli, dei diseredati, degli ultimi. Tutti elementi spiega ancora Torre che resteranno centrali anche nel film di Edoardo De Angelis, attualmente impegnato in una rilettura di Natale in casa Cupiello. “L’idea forte, suggerita da Edoardo, è stato trasformare Pulcinella in una donna, con tutta una serie di cambiamenti nella struttura del racconto a seguire. Ma i due temi forti del romanzo sono ben evidenziati anche nella sceneggiatura: la giustizia sociale e la giustizia in assoluto a cui Pulcinella richiama a fronte di un sistema che ci rende servi”.

Non è un caso che l’eroe di Massimo Torre – con una buona dose di visionarietà – già nel primo capitolo della saga sventerà un traffico di “cavie umane” destinate a diffondere una nuova pandemia – la napoletana – di cui le multinazionali farmaceutiche hanno già in serbo il vaccino. E ancor di più, non sembra essere un caso quando nel 2014 riunitosi a Napoli il vertice della Bce, i cortei degli antagonisti invece della solita maschera di Anonymous hanno indossato per la prima volta quella di Pulcinella (nelle foto).

Sembra essere nell’aria che tira, insomma, il ritorno della celebre maschera. E non solo per rivendicare l’identità del popolo napoletano così bistrattato nei secoli, conclude Torre, ma per “rivendicare l’identità del popolo in generale, dell’umanità tutta di cui Pulcinella è il simbolo”.

Articolo di Gabriella Gallozzi da Bookciak Magazine