“I Predatori” di Pietro Castellitto – La recensione

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È stato la folgorazione e la grande sorpresa della 77° edizione della Mostra del Cinema di Venezia, Pietro Castellitto, che con la sua opera prima I Predatori si è aggiudicato il premio Miglior Sceneggiatura nella sezione Orizzonti.

A 28 anni, con una laurea in Filosofia in tasca e un importante progetto in arrivo che lo vedrà interpretare Francesco Totti nella serie TV di Sky “Speravo de morì prima”, il primogenito di Sergio Castellitto e Margaret Mazzantini fa il suo primo grande passo cinematografico, realizzando un’opera tutta sua, di cui è interprete, sceneggiatore e regista. Il film, spiega Pietro Castellitto, è nato un po’ come paradosso, frutto di un sentimento di insoddisfazione:

«L’idea di scrivere una sceneggiatura mi venne a 22 anni, quando decisi di prendermi una pausa dalla recitazione, consapevole di aver fallito come attore. Le opere prime scritte da giovani nascono da dei disagi, non tanto dalla voglia di imprimere un messaggio. In questo caso c’è un sentimento di frustrazione nei confronti del mondo, incarnato dal personaggio da me interpretato, che è l’unico autobiografico».

Pietro Castellitto alla conferenza stampa del film “I Predatori”, Mostra del Cinema di Venezia 2020

L’insoddisfazione è esattamente il filo conduttore de I Predatori, film corale che racconta la storia di due famiglie diametralmente opposte, l’una borghese e intellettuale, l’altra proletaria e fascista, che il caso porterà a fare incontrare imprimendo più di una svolta ai destini dei rispettivi componenti. Una black comedy che deride con intelligenza e disinvoltura rapporti familiari tossici di personaggi altamente sopra le righe, mischiando stili diversi, dalla satira sociale al grottesco.

Credits: 01 Distribution

C’è parecchia personalità nell’opera prima di Castellitto (in uscita al cinema dal 22 ottobre con 01 Distribution), che dimostra di avere buone capacità non solo di scrittura, ma anche dietro la macchina da presa. «Se non avessi incontrato Nietzsche nella mia vita, probabilmente non avrei nemmeno mai fatto il regista» – rivela, palesando un forte interesse per il filosofo tedesco che, di fatti, ha voluto omaggiare anche nel film. Alla domanda su come sia stato cimentarsi nel doppio ruolo attore-regista, Castellitto afferma di non essere andato incontro a particolari difficoltà. «All’inizio è stato strano ma poi mi sono abituato subito, anche perché si tratta di un personaggio che ho concepito proprio su di me, sul mio essere impacciato. Sarebbe stato impossibile farlo fare ad un altro».

Presenti sul red carpet di Venezia c’erano anche papà Sergio e mamma Margaret, che non potranno che essere fieri della strada intrapresa dal figlio, nonostante la rappresentazione non proprio idilliaca del concetto di famiglia messo in luce da I Predatori. A chi è dell’idea che lo status “figlio di” possa avergli spianato la strada, Castellitto Jr. risponde:

«Sei agevolato perché nell’ambiente ti conoscono, non sei proprio uno sconosciuto. Ma dipende da quel che vuoi fare nella vita. I vantaggi li notano tutti, gli svantaggi nessuno. Potrei fare una lunga lista di figli con genitori più ammanicati dei miei che provano ad esordire, ma non ce la fanno. Anche io ho avuto spesso il bastone tra le ruote».

Il premio Miglior Sceneggiatura nella sezione Orizzonti ricevuto a Venezia durante la cerimonia di chiusura della Mostra è stata la ciliegina di un esordio molto più che convincente. «Dedico questo premio a tutti quelli che non la pensano come me. Soltanto legittimando chi non la pensa come noi riusciremo ad avere un nuovo scontro culturale necessario a creare metafore e nuovi simboli in grado di reinventare la modernità. Dobbiamo stare in competizione con la storia, non con il nostro tempo». Parole di un giovane autore che ha tutte le carte in tavola per ritagliarsi uno spazio interessante e imporsi come voce fuori dal coro.

VOTO FILM: ★★★★